
Approfondiamo una notizia di cui abbiamo parlato già nei giorni scorsi: la Corte di Cassazione ha emesso una sentenza importante per quanto riguarda l’assegno mantenimento. Scopriamo di cosa si tratta e cosa cambia alla luce delle decisioni della Corte.
Assegno mantenimento: non conta il tenore di vita
Recentemente la Corte di Cassazione è stata chiamata a pronunciarsi in merito ad una sentenza di divorzio, nella quale la moglie chiedeva all’ex coniuge il riconoscimento di un assegno. Il riconoscimento economico era già stato rifiutato in precedenti sentenze, ma la donna riteneva di averne diritto in quanto il suo reddito non le consentirebbe di continuare con il tenore di vita tenuto durante il matrimonio. In precedenza i giudici avevano rigettato la richiesta in quanto le entrate dell’ex marito erano diminuite nel tempo e la donna non aveva prodotto una dichiarazione dei redditi sufficiente per dimostrare l’effettiva impossibilità di mantenere con il proprio reddito lo stile di vita fino ad allora adottato. Da questo punto di vista, il rifiuto al riconoscimento del mantenimento da parte della Cassazione non cambia il risultato delle sentenze precedenti, ma ciò che cambia in misura sostanziale è invece la motivazione che ha spinto i giudici alla decisione.
Assegno mantenimento: valido solo per chi non è in grado di mantenersi in autonomia
Ciò che la Corte ha affermato è che l'assegno mantenimento non deve essere inteso come una sorta di riconoscimento economico a prescindere, ma come un aiuto nel caso in cui l’ex coniuge sia realmente impossibilitato a sostenersi in maniera autonoma. Per tanto la Corte ha stabilito che l’assegno non deve può essere visto come uno strumento per mantenere il tenore di vita precedente alla separazione. Per il rifiuto dell’assegno è quindi sufficiente che l’ex coniuge che richiede il mantenimento sia in possesso di un reddito sufficiente, di un patrimonio (anche detenuto all’estero) o abbia le capacità lavorative e le possibilità di ottenere un reddito autonomamente. In presenza di questi requisiti l’assegno non può essere riconosciuto e diventa obbligo del richiedente dimostrare l’insufficienza dei propri redditi ad un mantenimento decoroso.
La sentenza della Cassazione potrebbe essere applicata anche alle future decisioni sul divorzio e in questo senso rappresenta un precedente che cambierà la concezione stessa ell’assegno per l’ex coniuge. Il concetto stesso di tenore di vita in relazione all’assegno perde così di valore, riportando la questione alla valutazione dei redditi percepiti o percepibili da chi richiede il mantenimento.