
In caso di condomini morosi, l’amministratore condominiale è sempre tenuto alla comunicazione dei nominativi ai creditori? Se sì in quali casi e con quali rischi in caso di non ottemperanza?
Condomini morosi: l’obbligo di comunicazione del nominativo
Secondo quanto stabilito da una recente sentenza emessa dal Tribunale Di Roma, l’amministratore condominiale è obbligato a comunicare il nome degli inquilini che non hanno effettuato un pagamento nei confronti dei creditori. L’obbligo riconosciuto dal tribunale è relativo al diritto di riscossione dei crediti da parte del creditore stesso, che in caso di mancata comunicazione dei nominativi non avrebbe la possibilità di far valere un proprio diritto, cioè quello della riscossione di quanto dovuto. In particolare l’obbligo non riguarda soltanto i nominativi, ma anche le relative quote di debito calcolate in base ai millesimi. Solo in seguito a questo tipo di comunicazione infatti il creditore può agire secondo le vie previste dalla legge per la riscossione del credito da parte del singolo condomino. Il caso specifico giudicato dal tribunale della capitale era relativo all’esecuzione di alcuni lavori presso un condominio, la cui spesa non era mai stata saldata dagli interessati e le cui generalità erano sconosciute all’azienda esecutrice dei lavori.
Condomini morosi: le sanzioni per l’amministratore
Nel caso specifico, ma la decisione del tribunale è applicabile anche a casi analoghi, l’amministratore è stato non solo invitato a comunicare le generalità dei condomini morosi e dei millesimi per il calcolo del debito di ogni singolo proprietario ma è stato anche avvisato della possibilità di essere sottoposto al pagamento di una penale in caso di mancata comunicazione. Nel dettaglio il tribunale ha sancito che l’amministratore può essere chiamato al pagamento di una penale di 2.000 euro per ogni mese trascorso tra la richiesta dei nominativi e la comunicazione degli stessi. La somma stabilita è stata calcolata in base a diversi parametri che hanno considerato tra l’altro l’ammontare del debito e il possibile danno arrecato, e potrebbe quindi essere diversa per decisioni simili prese in altri giudizi. Tuttavia l’ordinanza del tribunale di Roma stabilisce un precedente che potrebbe essere adottato anche in procedimenti simili.
Il pagamento della somma citata non è da intendersi come una sorta di sanzione, ma piuttosto come un deterrente per invitare l’amministrazione alla comunicazione dei dati richiesti, per permette quindi al creditore di far valere i propri diritti in merito alla situazione debitoria del condominio.