
Scopriamo i contenuti di un nuovo disegno di legge volto a punire un reato tanto grave quanto odioso: l’omicidio di identità.
Cos’è il reato di omicidio di identità
Partiamo innanzitutto dalla definizione di questa nuova tipologia di reato che potrebbe entrare a breve nel codice penale italiano. Uccidere un’identità è un reato diverso dall’omicidio, in quanto a subire la morte non è la persona nel suo complesso, ma solo una parte di essa. Il reato è stato pensato per punire i colpevoli di aggressioni che pur non causando la morte della vittima provocano un annullamento di alcuni suoi aspetti, che tipicamente identifichiamo con l’identità della persona, come i tratti somatici del viso. Tra i reati che potrebbero essere quindi puniti in seguito all’approvazione del disegno di legge, rientrano le aggressioni con l’acido o le ustioni volte a cancellare in tutto o in parte i tratti somatici tipici della persona stessa.
Le pene possibili per l’omicidio di identità
Il disegno di legge sull’omicidio di identità, se approvato, consentirà di punire con una pena fino a 12 anni di reclusione chiunque si renderà colpevole di un atto volto a cancellare totalmente o parzialmente i tratti somatici del viso di un’altra persona, in modo volontario (sono quindi esclusi gli incidenti o in generale gli eventi di tipo colposo).
Tuttavia la pena di 12 anni di reclusione potrebbe essere inasprita fino alla metà, con un’aggiunta da 4 a 6 anni di pena, nel caso in cui il reato sia commesso da un parente della vittima o da una persona a lei legata da un rapporto affettivo, anche se precedente o concluso al momento dell’aggressione.
In caso di condanna, l’aggressore o gli aggressori subiranno anche l’allontanamento da ogni professione e la perdita di alcuni diritti, come quello alla ricezione degli alimenti e il diritto all’eredità.
Al momento la proposta è ancora allo status di disegno di legge e non è dato sapere quando giungerà alla discussione in aula. Tuttavia sembra chiaro fin da ora che la norma sarà accompagnata dall’istituzione di un osservatorio volto a monitorare il fenomeno, con lo scopo di attuare precise iniziative di prevenzione di un fenomeno presente anche nel nostro paese e per il quale la legislazione italiana ha fino ad ora conosciuto un vuoto normativo che non consente l’adeguato riconoscimento delle vittime di questo tipo di aggressioni.