
Nel caso in cui un lavoratore effettui assenze ritenute strategiche, è possibile il licenziamento per giusta causa? Scopriamo cosa si intende per assenze calcolate o strategiche e in quali casi si configura la possibilità di licenziamento del dipendente.
Le assenze strategiche in un rapporto di lavoro
Vengono comunemente definite assenze strategiche, o calcolate, le assenze di un lavoratore dipendente che unisce i giorni di assenza per malattia o per altro giustificato motivo ai turni di riposo o ad altre sospensioni dell'attività aziendale. In questi casi le assenze vengono definite strategiche poiché uniscono due casi di legittima assenza al fine, presunto, di prolungare l'assenza dal luogo di lavoro.
Nel caso questo comportamento venga reiterato e dimostrato nelle sue finalità (cioè nel caso in cui si dimostri che la coincidenza con i periodi di riposo non è casuale), il lavoratore può incorrere in provvedimenti anche importanti, fino al licenziamento. Scopriamo quali sono i casi previsti, anche alla luce di una sentenza della Corte di Cassazione chiamata a pronunciarsi su un caso di assenze calcolate.
Il licenziamento per assenze calcolate
La Cassazione è stata chiamata negli anni scorsi a pronunciarsi su alcuni casi di presunte assenze calcolate da parte dei lavoratori. In un caso specifico (sentenza n° 18678/2014), è stato portato all'attenzione della Corte il caso di una lavoratrice che aveva effettuato molte assenze per malattia. I casi di assenza dal lavoro erano piuttosto numerosi e molto spesso i giorni di malattia erano contigui ai giorni di riposo della lavoratrice. Per questo motivo l'azienda aveva pensato che i giorni di malattia fossero fittizi e collocati in maniera strategica per aumentare il periodo di assenza della lavoratrice. La lavoratrice, di diverso parere, aveva presentato un ricorso contro il licenziamento, avvenuto a suo parere senza un giustificato motivo.
Diverso il parere della Corte di Cassazione, che pur riconoscendo il non superamento dei giorni massimi di assenza consentiti, ha stabilito che il licenziamento possa essere definito come legittimo, in quanto il periodo ridotto di preavviso dell’assenza ha comportato un danno per l’azienda, che non avrebbe avuto modo di sostituire la dipendente. In questo caso quindi è stato riconosciuto un comportamento non adeguato da parte della dipendente stessa, che avrebbe quindi reso una prestazione lavorativa inadeguata rispetto a quanto richiesto dal datore di lavoro, legittimato quindi ad un allontanamento della lavoratrice per motivi riconducibili al licenziamento per giusta causa.