
Per ottenere l’esenzione IMU sulla prima casa è necessario dimostrare che l’immobile sia adibito ad abitazione principale e a fare fede sono i consumi di energia elettrica, ovvero la bolletta. Dunque non è sufficiente provare la residenza anagrafica ma è necessario dimostrare che quell’immobile è abitualmente utilizzato dal nucleo familiare.
Questo è ribadito da una sentenza della CTR della Lombardia (n. 782/13/2016) che ha legittimato la presunzione di assenza di dimora abituale dall’immobile oggetto di agevolazione basata sugli assetti o troppo esigui consumi elettrici. Nel caso in esame, la bolletta elettrica rivelava dei consumi notevolmente più bassi rispetto al consumo medio giornaliero unipersonale, in realtà i consumi erano praticamente inesistenti, evidenziando una frequenza e intensità di utilizzo dell’immobile evidentemente non quotidiano, quale dovrebbe essere la prima casa.
Il consumo medio giornaliero unipersonale viene stimato pari a kilowatt 2,00, mentre la contribuente del caso analizzato dalla CTR si collocava a 0,34 kilowatt, consumo che si ritiene sia sufficiente per illuminare appena due lampadine.
Sulla base di tale rilevazione, alla contribuente era stato revocato da parte del Comune il beneficio fiscale previsto dall’art. 8, comma 2, del D.Lgs. n. 504/1992 per le prime case. Fatto ritenuto legittimo da parte della CTR. Ne consegue che anche in caso di esenzione IMU sulle prime case, a fare fede per dimostrare che si tratti o meno di un’abitazione principale possa essere la bolletta elettrica.