È il tormentone del momento. Dopo che la Consulta della Corte dei Conti ha bocciato il provvedimento a firma Governo Monti, che metteva fine alla rivalutazioni della pensioni, gli assegni pensionistici dovranno essere rivisti al rialzo. Questo è certo. Ma per chi? E in che modo?
Il costo della messa in vigore del provvedimento sarebbe altissimo. Il dibattito è ancora molto acceso e, al momento, sembra lontano dalla chiara esplicitazione delle misure finali.
Come verranno rivalutate le pensioni
Diamo uno sguardo alle ipotesi più accreditate. Gli scaglioni saranno individuati in base all'ammontare dell'assegno attuale; in base a questi ultimi, la rivalutazione percentuale sarà diversa.
Le pensioni comprese tra la quota minima e i 1.500 euro lordi (tre volte l'assegno minimo) non sono interessate dalle novità in ebollizione: questa fascia non era stata toccata dal blocco in vigore per gli altri assegni.
Il problema è per gli “over 1500 euro”. Il governo di Enrico Letta aveva previsto una revisione del blocco, una misura che potrebbe fare da modello al provvedimento allo studio.
La rivalutazione plausibile prevedrebbe quattro fasce. Le valutazioni percentuali sarebbero inversamente proporzionali all'aumentare dell'assegno. Eccole elencate per voi:
95% di rivalutazione per gli assegni da circa 1.500 ai 2.000 euro
75% di rivalutazione per le cifre tra i 2.000 e i 2.500 euro
50% di rivalutazione per gli assegni tra i 2.500 e i 3.000 euro
nessuna rivalutazione per le cifre superiori
(Nota: gli importi elencati si riferiscono agli assegni lordi e sono stati arrotondati all'intero).
Rivalutazione: quanto mi costi?
Basta uno sguardo a quanto riportato per capire che la rivalutazione è cospicua, soprattutto per gli assegni compresi tra i 1.500 e i 2.000 euro.
Come sempre accade, fra il dire e il fare, c’è di mezzo la copertura finanziaria. Pur riconoscendo la legittimità di quanto affermato dalla Corte dei Conti, infatti, il governo deve racimolare i fondi necessari.
Le stime effettuate sono abbastanza discordanti. La cifra finale, comunque, si aggira, almeno, intorno ai 5 miliardi all'anno a rivalutazione in vigore. Ad essi si aggiungerebbero qualcosa come 10 miliardi per risarcire le mancate rivalutazioni precedenti.
Bel problema, insomma. Data la difficoltà a reperire i fondi in un'unica soluzione, si pensa a rimborsi rateali, che modificherebbero ulteriormente le percentuali descritte.
Intanto, questo blog promette di stare dietro a tutte le ultime novità in merito. Continuate a seguirci!