Ormai, dopo l'approvazione della commissione giustizia del Senato, il disegno di legge n° 1.209 dovrebbe avere la strada spianata. Passerà all'aula nelle prossime settimane e, salvo sorprese dell'ultima ora, non dovrebbe trovare ostacoli all'approvazione definitiva.
Fra le sue righe ci sono importanti novità per centinaia di famiglie con figli minori: la possibilità di adozione dei bambini avuti in affidamento. Salvo modifiche, infatti, la nuova legge prevedrà un canale preferenziale per l'adozione, dedicato alle famiglie che abbiano avuto in affidamento un minore.
Scendiamo nei dettagli. Il semplice affido non sarà sufficiente all'avvio dell'adozione in automatico ma dovranno essere presenti alcuni requisiti molto stringenti.
In primo luogo, per dare avvio alle pratiche di adozione del minore, si dovrà accertare che la famiglia di origine non abbia le possibilità di riprendere con sé il minore. Durante la durata dell'affido, infatti, potrebbero crearsi situazioni di miglioramento della condizione familiare di origine tali da permettere il rientro del bambino nel nucleo familiare naturale.
In secondo luogo, per poter procede alla richiesta di adozione, la famiglia affidataria dovrà dimostrare di aver creato un legame importante con il minore. Un legame così saldo da comportare sofferenza al piccolo in caso di separazione.
Questo punto, in particolare, è il principio che ha mosso la stesura della legge stessa: il disegno di legge è stato concepito nell'ottica di non creare ulteriori traumi al bambino soggetto dell'affidamento e dell'adozione, staccandolo nuovamente da un nucleo familiare nel quale ha iniziato a radicarsi.
Il tribunale dei minori, oltre a quanto citato in precedenza, dovrà anche verificare che la permanenza del bambino presso la famiglia sia stata prolungata, in modo da favorire nell'adozione le famiglie che si sono prese cura per più tempo del bambino.
La legge in approvazione, in ogni caso, non annullerà i requisiti già presenti per l'adozione, ma vi aggiungerà esclusivamente delle norme che riguardano le famiglie affidatarie.
Vediamole. Verrà mantenuto il limite temporale che almeno sulla carta prevede che l'affido non debba protrarsi per più di 24 mesi, così come tutti i diritti riconosciuti alla famiglia di origine. Non è infatti intenzione degli estensori della legge favorire le famiglie affidatarie rispetto a quelle di origine, ma piuttosto garantire al minore una soluzione stabile che non stravolga le relazioni costruite nel tempo con la famiglia affidataria.
Non è la prima volta che il legislatore interviene su questa delicatissima materia. Il disegno di legge in questione si muove senza dubbio verso il riconoscimento e la valorizzazione dell'istituzione dell'affido familiare e, soprattutto, a tutela dei minori interessati.