Scendono le temperature, salgono i costi per il riscaldamento. Lo scorso 15 ottobre è entrato in vigore a tutti gli effetti il provvedimento approvato lo scorso febbraio sulle nuove disposizioni in materia di sicurezza per gli impianti solari, di condizionamento e per le caldaie.
La principale novità è l'estensione dell'obbligo di libretto di manutenzione finora previsto solamente per le caldaie, anche agli impianti di condizionamento e solari.
Inoltre, il tecnico incaricato alla manutenzione dovrà emettere un nuovo certificato, obbligatorio per tutti gli impianti di condizionamento con potenza superiore a 12 KW, ridotta a dieci per quelli dedicati al riscaldamento. Il certificato, denominato "Rapporto di Efficienza Energetica" potrà avere un costo ulteriore rispetto a quanto previsto fino ad oggi per la manutenzione ordinaria.
Anche per le care vecchie caldaie, comunque, le novità sono dietro l’angolo: arrivano diversi e più accurati controlli periodici da svolgere su tutti gli impianti.
Quanto ci costeranno i controlli?
L'obiettivo dichiarato dal provvedimento è garantire maggiori condizioni di sicurezza alle abitazioni, ma potrebbe comportare un incremento dei costi a carico dei cittadini.
Secondo quanto calcolato, se fino a ieri i costi medi per la manutenzione della caldaia si aggiravano intorno ai cento euro (con picchi di 120 ma, allo stesso tempo, con cifre in molti casi inferiori) le nuove disposizioni porteranno a un aumento di circa cento euro. Ciò soprattutto in relazione al fatto che rientrerà nel calcolo anche la presenza di un impianto di climatizzazione, oltre alla tradizionale caldaia.
Diverse voci di protesta, non a caso, si sono già levate contro il nuovo obbligo: di fatto una sorta di tutela obbligatoria della salute e della sicurezza dei cittadini, ma completamente a loro carico!
Non dovrebbero essere invece previsti costi aggiuntivi per l'adozione del nuovo libretto di manutenzione, sul quale l’operatore preposto al controllo dovrà annotare anche lo storico delle manutenzioni precedenti.
Salvo ulteriori modifiche, al momento non all’orizzonte, non dovrebbero cambiare le tempistiche per la manutenzione della caldaia: controllo ogni due anni per gli impianti di potenza inferiore ai 100 KW; ogni quattro anni nel caso in cui l'impianto di pari potenza sia alimentato da GPL o da metano.
L’unica accortezza da parte dell’utente è legata al fatto che queste disposizioni possono essere soggette a variazioni se la regione di competenza ha emesso specifici provvedimenti in merito. L’ipotesi è possibile anche per i comuni con un numero di abitanti superiore ai 40.000.
E' consigliato, in definitiva, informarsi presso il comune o la regione di appartenenza per avere tutte le delucidazioni in merito o, ancora, richiedere delucidazioni al manutentore, che dovrebbe conoscere nel dettaglio gli obblighi specifici e le eventuali modifiche locali in merito.
Una cosa è certa: i costi non scendono.