I recenti dati sulla situazione dei pensionati italiani evidenziano il disagio sociale per gli anziani in Italia, mostrando come davvero nella Penisola poco si tenga in considerazione l’insieme di esigenze e necessità che ha la popolazione con età superiore a sessantacinque anni. Il CUPLA (Comitato Unitario pensionati lavoro autonomo) in collaborazione con il CER (Centro Europa Ricerche) ha presentato un interessante rapporto in cui si fa il punto sul crescente disagio sociale e sull’impoverimento dei pensionati italiani.
Sulla base di quanto esposto nel suddetto rapporto, in Italia la pressione fiscale in crescita e l’insufficiente adeguamento delle pensioni al costo della vita hanno aggravato il disagio sociale e acuito l’impoverimento degli anziani. Il 44 per cento del totale dei pensionati, quindi ben 7,4 milioni di anziani, è stato soggetto a un restringimento del proprio potere d’acquisto a causa dell’aumento delle addizionali locali e del mancato recupero del drenaggio fiscale. Un tale stato di cose ha portato questa fascia di pensionati a vivere alle soglie della povertà con una pensione inferiore a 1.000 euro lordi mensili. Il rapporto spiega inoltre che l’impoverimento dei pensionati non è solo un effetto della crescente pressione fiscale. Il meccanismo di adeguamento annuale del valore delle pensioni all’inflazione non ha protetto né le pensioni di importo basso, né quelle di importo medio e alto.
Il Comitato Unitario pensionati lavoro autonomo considera che si possa effettuare un graduale adeguamento dei trattamenti minimi di pensione al 40 per cento del reddito medio nazionale, vale a dire da 500 a 650 euro mensili tenendo altresì presenti le richieste della carta sociale europea. A ciò si aggiungerebbe poi la possibilità di estendere anche ai pensionati appartenenti alle fasce più basse di reddito la riduzione del cuneo fiscale prevista per i soli lavoratori dipendenti con retribuzione mensile fino a 1.500 euro, che hanno recuperato 80 euro mensili. E per concludere, il Comitato Unitario pensionati lavoro autonomo ritiene che per difendere le pensioni, soprattutto quelle più basse, maggiore attenzione deve essere inoltre prestata al meccanismo di indicizzazione.