È indubbio, infatti, che il nascere di queste nuove attività di vero e
proprio baratto è stato un prodotto della crisi planetaria:
cittadini allo stremo, pur di far quadrare il bilancio delle proprie famiglie,
si sono spesso recati in questi centri per racimolare qualche euro in più. Fino
a ieri, c’era il Banco dei Pegni, affollato quotidianamente da
pensionati indigenti, ragazze-madri e qualche “professionista” delle polizze
che lucrava sulle disgrazie altrui; oggi ci sono i ComproOro.
Ma come se la passano, oggi, i ComproOro?
Scopriamolo grazie al rapporto Eurispes 2014, recentemente pubblicato.
Si ricordi, prima di tutto, che i cittadini italiani costretti a rivolgersi a questi punti acquisto di oggetti d’oro erano cresciuti nell’anno 2012/2013 dall’8,5%
Il sorgere di decine e decine di ComproOro nelle nostre città è stato uno dei tratti caratteristici degli ultimi anni di crisi economica in Italia. A ogni angolo di strada, magari nel locale appena chiuso dove aveva alloggiato per decenni una storica attività commerciale della nostra zona, ecco spuntare un punto ComproOro, pronto a liquidare in contanti i nostri “gioielli di famiglia” – bracciali, collane, medagliette, oggetti d’oro e d’argento di ogni tipo.
al 28,1%. Un vero e proprio boom. Inutile dirlo, principalmente a causa del mordere sempre più forte della pessima situazione economica.
Ma attenzione, i dati Eurispes 2014 mostrano allo stato attuale una situazione in netta flessione: la percentuale di italiani che si recano nei ComproOro è diminuita del 10%.
Qualcuno, ottimisticamente, legge i dati come il risultato di una situazione economica in ripresa. Sarà vero? Giusto è dubitare di questa conclusione dal momento che, come è stato spiegato dallo stesso Istituto di dati Statistici:
“la variazione percentuale può essere interpretata come un fenomeno legato all’esaurimento progressivo dei beni preziosi in possesso degli italiani”.
Vista da questo punto di vista, la conclusione è agli antipodi! Gli italiani hanno venduto il vendibile e non sanno più come battere cassa...
A chi credere? Come sempre bisogna fare moltissima attenzione a ben interpretare le notizie diramate dagli organi d’informazione, spesso con l’unico scopo di moderare un poco gli animi esasperati.
La verità, in fin dei conti, oltre i dati statistici, sta nella vita reale degli italiani alle prese col carrello della spesa. Si sta veramente meglio o continua il momento più brutto degli ultimi decenni?