
Gli strumenti, scelti dal governo per traghettare l’Italia fuori dalla recessione, sono politiche di rilancio, interventi per lo sviluppo e misure per la creazione di nuovi posti di lavoro. In realtà, nel tempo che l’Italia ha speso e continua a spendere nell’attesa che gli obiettivi auspicati da queste misure divengano reali e concreti, il Paese risulta ben lontano dall’aver superato la crisi economica. Secondo il monitoraggio dell'Osservatorio industria e mercato del lavoro della CISL, gli effetti non proprio positivi della recessione sono ancora tangibili nella società civile, soprattutto per quel che concerne il mondo del lavoro.
In dettaglio, la CISL rileva altresì che nei primi undici mesi dello scorso anno i lavoratori che hanno presentato la domanda per sussidi di disoccupazione e mobilità sono stati 1.949.570, cifra che ha fatto registrare un aumento del 32,5% nel confronto con il medesimo periodo del 2012. A ben vedere, in base a quanto emerso dal monitoraggio condotto dalla sigla sindacale, il dato più allarmante riguarda i 208.283 lavoratori coinvolti in cassa integrazione straordinaria e in deroga che rischiano di perdere il proprio posto di lavoro. Questa soglia di lavoratori a rischio disoccupazione viene dedotta prendendo in considerazione esclusivamente i lavoratori coinvolti nei primi nove mesi dalla cassa integrazione straordinaria e in deroga, nel cui calcolo si valuta altresì l'uso effettivamente fatto della cassa integrazione. Tuttavia, nonostante l’allarme destato da questo rischio concreto, la sigla sindacale sottolinea che vi è stato un calo su base annua considerando infatti che, in relazione al medesimo periodo, nel 2012 i posti a rischio erano 214.748. Questa consolazione non deve però far abbassare la guardia, in quanto il rischio permane ed è considerato pericolosamente alto. In concreto il numero è più elevato, considerando che “una parte dei lavoratori in cassa integrazione ha un contratto part-time e che la cassa integrazione non sempre è a zero ore", si spiega nel monitoraggio.
Sul fronte delle ore autorizzate e delle vertenze aperte
al Ministero dello Sviluppo economico, la sigla sindacale sottolinea che
all’inizio del nuovo anno ve n’erano ben 159 per circa 120mila lavoratori interessati.
Il parere della CISL, derivante dalle elaborazioni effettuate sui dati
pervenuti, è che gli esuberi corrispondano a circa il 15% del numero
complessivo degli occupati nelle imprese coinvolte. Sul punto, la sigla
sindacale chiarisce che nel 2013 la cassa integrazione guadagni ha oltrepassato
un miliardo di ore CIG concesse, autorizzando nello specifico circa 90 milioni
di ore al mese.
A destare preoccupazione, inoltre, è il fatto che nei primi undici mesi del 2013 si sia registrato un aumento tendenziale del 32,5% delle domande di disoccupazione, ASPI, mobilità. Sul punto il segretario confederale Luigi Sbarra ha chiarito che “la recessione del 2012-2013 ha causato una contrazione complessiva del Pil del 4,2%, l'orizzonte è passato dalla recessione a una sorta di stagnazione, in cui si intravedo solo piccole luci di ripresa", tuttavia non è impossibile superare la crisi in quanto il nostro Paese è ancora depositario di “grandi energie e potenzialità”. Per venirne fuori però, secondo Sbarra, sarà opportuno che politica e governo mettano mano ad azioni concrete soprattutto per quel che concerne il circuito del lavoro, che rappresenta il vero traino dell’economia.