Non è gioco d’azzardo, penalmente rilevante, ma gioco di abilità quello le cui caratteristiche e le concrete modalità di svolgimento rendono sostanzialmente irrilevante il vantaggio, ancorché economicamente apprezzabile, conseguente ad una eventuale vincita.
È questo il principio di diritto stabilito nella sentenza 29.07.2013 n° 32835 della III sezione penale della Corte di Cassazione.
La Suprema Corte precisa che l'art. 721 c.p. definisce giochi d'azzardo quelli nei quali ricorre il fine di lucro, e la vincita o la perdita è interamente o quasi interamente aleatoria.
In tal senso, il poker tradizionale è pacificamente riconducibile nel novero dei giochi d'azzardo, in quanto rispetto all'abilità del giocatore risulta comunque preponderante l'alea, mentre la durata delle partite e l'entità delle poste risulta indefinita.
La variante «Texas Hold'em», o poker texano, del gioco presenta, in astratto, le medesime caratteristiche del poker tradizionale, ma la natura di gioco d'azzardo può venire meno in considerazione delle caratteristiche del gioco e delle concrete modalità di espletamento. L’organizzazione di tornei di poker nella variante del «Texas Hold’ Em» con posta in gioco costituita esclusivamente dalla sola quota d’iscrizione, l’assegnazione di un numero uguale di gettoni, di valore solo nominale, per ciascun giocatore, senza possibilità di rientrare in gioco acquistando altri gettoni con preventiva individuazione del premio finale non costituisce esercizio di gioco d’azzardo quando, considerate le concrete modalità di svolgimento del gioco, risulti preponderante l’abilità del giocatore sull’alea ed irrilevante il fine di lucro rispetto a quello prettamente ludico.
È questo il principio di diritto stabilito nella sentenza 29.07.2013 n° 32835 della III sezione penale della Corte di Cassazione.
La Suprema Corte precisa che l'art. 721 c.p. definisce giochi d'azzardo quelli nei quali ricorre il fine di lucro, e la vincita o la perdita è interamente o quasi interamente aleatoria.
In tal senso, il poker tradizionale è pacificamente riconducibile nel novero dei giochi d'azzardo, in quanto rispetto all'abilità del giocatore risulta comunque preponderante l'alea, mentre la durata delle partite e l'entità delle poste risulta indefinita.
La variante «Texas Hold'em», o poker texano, del gioco presenta, in astratto, le medesime caratteristiche del poker tradizionale, ma la natura di gioco d'azzardo può venire meno in considerazione delle caratteristiche del gioco e delle concrete modalità di espletamento. L’organizzazione di tornei di poker nella variante del «Texas Hold’ Em» con posta in gioco costituita esclusivamente dalla sola quota d’iscrizione, l’assegnazione di un numero uguale di gettoni, di valore solo nominale, per ciascun giocatore, senza possibilità di rientrare in gioco acquistando altri gettoni con preventiva individuazione del premio finale non costituisce esercizio di gioco d’azzardo quando, considerate le concrete modalità di svolgimento del gioco, risulti preponderante l’abilità del giocatore sull’alea ed irrilevante il fine di lucro rispetto a quello prettamente ludico.