
La FAND, Federazione Associazioni Nazionali Disabili, ha appena messo a nudo un altro tasto dolente nascosto fra le pieghe della tanto discussa Riforma Fornero. A causa della suddetta riforma del Sistema Pensionistico, e attraverso il testo di Legge 14/2012 che ne detta le regole, i parenti di disabili che usufruiscono dei permessi e congedi lavorativi così come previsto dalla Legge 104/92, rischiano di andare in pensione più tardi.
Quali sono le ragioni di questa ulteriore beffa? È presto detto. Secondo la Riforma Fornero, chi usufruisce di tali permessi deve in qualche modo “recuperare” i giorni dedicati all’assistenza ai disabili, giorni “persi” sotto il punto di vista contributivo. Ciò è dovuto proprio al nuovo principio introdotto nella riforma del sistema pensionistico nazionale, che non si basa più sulla retribuzione bensì sulla contribuzione fiscale.
I contributi legati ai permessi lavorativi per l’assistenza ai disabili, infatti, sono di tipo figurativo, e ciò significa continuare a lavorare fino a coprire la contribuzione necessaria per raggiungere i criteri di contribuzione richiesti per il pensionamento.
Sebbene il legislatore abbia pensato anche di inserire all’interno della Riforma la possibilità per i lavoratori di chiedere la pensione anticipata, e ciò al fine di consentire a chi ha iniziato a lavorare in giovanissima età di poter accedere in età congrua alla pensione, i criteri richiesti per accedere a tale diritto non prendono in considerazione i contributi figurativi determinati nei giorni di permesso o congedo per assistenza
Come ribadisce la FAND, tale situazione di cose determina la negazione alla pensione anticipata per i lavoratori che assistono parenti con handicap grave e, in ultima analisi, portano all’amara conclusione che chi assiste un disabile, per le ragioni di cui sopra, dovrà lavorare più a lungo per generare i contributi necessari al raggiungimento dell’agognata pensione.
In definitiva, allora, si potrebbe verificare un’ennesima spiacevole situazione cui forse il legislatore non ha pensato: di fronte a questo stato di cose, molti saranno i lavoratori che, pur avendo un diritto acquisito dato dalla Legge 104/92, sceglieranno di non usufruirne pur di non dover vedere allontanarsi la giusta fine del ciclo lavorativo. La penalizzazione sarebbe doppia: per i disabili e per il lavoratori, con ovvia ricaduta generale sull’intero sistema di welfare, ulteriormente penalizzato
Per tali ragioni, la FAND chiede al Governo che alla Riforma vengano applicati alcuni emendamenti proprio in tal senso, affinché venga ripristinato un criterio di maggior giustizia ed equità per questa classe di lavoratori. Quale sarà il responso delle Istituzioni?