Nato nel 55, modificato, rinnovato o scoraggiato; forse considerato di serie B rispetto a rapporti meno virtuosi, ma piu’ pregiati agli occhi dei giovani, con il “testo unico” del 2011 ed i recenti interventi “Fornero” l’apprendistato è tutto nuovo e pronto al rilancio, «modalità prioritaria di ingresso dei giovani nel mondo del lavoro» (art. 1, Legge n. 92/2012, c.d. “Fornero”). Tre le tipologie oggi presenti, da 6 mesi a 3 anni di durata: apprendistato per la qualifica e per il diploma professionale (giovani dai 15 a 25); apprendistato di alta formazione e ricerca (giovani da 18 a 29); apprendistato professionalizzante o contratto di mestiere (giovani da 18 a 29). Due per conseguire anche veri titoli di studio, lauree, master e dottorati ma anche diplomi professionali o accesso alle professioni ordinistiche. La terza estesa ai “non giovani”: lavoratori in mobilità senza limite di età. Ritorno in grande stile (ndr inclusa una collaborazione Italia Germania, regno dell’eccellenza altrui nel campo) ma in rodaggio: a Regioni e contratti collettivi la delega a far rinascere l’apprendistato a nuova vita. Le nuove regole del gioco, vanno imparate. In premio alle aziende: sgravi e forza lavoro giovane e scolarizzata; agli apprendisti lavoro e titoli di studio, crescita, formazione e tutor a supporto. L’apprendistato vincerà la nuova sfida? (www.nuovoapprendistato.gov.it).