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Quando le case sono di lusso

del 07/06/2013

È con la sentenza numero 12517, emessa lo scorso 22 maggio 2013, che la sezione Tributaria della Corte di Cassazione definisce il concetto di casa di lusso. Ovvero, per un'abitazione con piscina e annesso terreno molto vasto non possono essere riconosciute le agevolazioni fiscali della prima casa.

La vicenda riguarda la diatriba tra una coppia livornese e l'Agenzia delle Entrate.

L'Ente tributario aveva inviato ai due coniugi una comunicazione con cui si richiedeva il pagamento di alcune sanzioni relative all'acquisto di una prima casa e con cui si annunciava la liquidazione in seguito alla revoca delle agevolazioni fiscali per il suo acquisto.

I due coniugi hanno così presentato ricorso che è stato però rigettato sia in primo che in secondo grado perché l'impugnazione, a detta delle due Corti, risultava infondata.

Secondo la Commissione Tributaria Regionale toscana l'abitazione realizzata con una licenza edilizia del 1963 ha subito delle modifiche successive autorizzate da due sanatorie, nel 1986 e nel 1995.

E, come se non bastasse, sempre una Commissione Tributaria dell'udienza di primo grado ha riscontrato la presenza nell'abitazione di una piscina scoperta a corredo dell'immobile di ben 80 metri quadri, oltre che l'esistenza di un terreno intorno all'immobile di 4000 metri quadri. Elementi, secondo la Corte, che incompatibili con un'abitazione definibile non di lusso; fatto che quindi legittima le richiesta avanzate dall'Agenzia delle entrate.

I Giudici Supremi, pur confermando le precedenze sentenze, hanno però contestato il metodo del giudice di merito per quanto concerne il concetto di “abitazione di lusso”.

Secondo la Corte di Cassazione per definire una residenza di lusso, che quindi non può godere delle agevolazioni d'acquisto valide per la prima casa, bisogna considerare i requisiti illustrati da Decreto Ministeriale Lavori Pubblici del 2 agosto 1969.

Secondo tale DM, risultano come casa di lusso quelle che, nella loro totalità (quindi sia se strutturate in un unico livello che in più livelli), abbiano un'estensione superiore ai 200 metri quadri con esclusione di cantine, terrazzi, soffitte, scale, posti auto e balconi e con un'area scoperta pertinente che sia ampia almeno sei volte l'area coperta. E la casa dei due coniugi toscani, infatti, era ampia 262,38 metri quadri. Per calcolare la superficie si sommano tutti i volumi tranne quelli specificati.

Inoltre anche la presenza di una piscina scoperta contrasta palesemente con il concetto di casa unifamiliare non di lusso e dunque la coppia è stata condannata a corrispondere sia le somme richieste dall'Agenzia delle Entrate che al pagamento delle spese processuali.

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