L’8 giugno 2012 gli stilisti venivano rinviati a giudizio. Il gup di Milano Giuseppe Gennari, a seguito di richiesta dell’Agenzia delle Entrate, ordinava ai pm milanesi la citazione diretta in giudizio dei due stilisti e di altri imputati nel processo per presunta maxi elusione fiscale da 1 miliardo di euro.
La Procura sostiene che attraverso la esterovestizione della società lussemburghese Gado, creata ad hoc per raccogliere i proventi dello sfruttamento di due marchi del gruppo, le tasse venivano pagate in Lussemburgo invece che in Italia e che l’istituzione della società Gado fosse avvenuta, appunto, al solo scopo di ottenere un vantaggio fiscale, poi ottenuto.
Il PM Gaetano Ruta ha chiesto al giudice del procedimento per omessa dichiarazione dei redditi la condanna dei due stilisti Domenico Dolce e Stefano Gabbana a 2 anni e 6 mesi di reclusione, di Alfonso Dolce, fratello dello stilista, a 2 anni, Cristiana Ruella a 2 anni e 6 mesi, Giuseppe Minori a 2 anni.
Il PM ha chiesto, invece, la condanna a 3 anni di reclusione per il fiscalista Luciano Patelli, partner del noto studio legale Pirola Pennuto Zei e Associati.
La richiesta di condanna “più importante” a carico del fiscalista è motivata dal fatto che i PM Pedio e Ruta lo reputano “istigatore del piano illecito”, di cui ci sarebbe stata “piena condivisione”.
Inoltre, l’accusa ha chiesto di valutare la trasmissione degli atti alla Procura per presunta falsa testimonianza di Marco Tanzi Marlotti e Giovanni Ambrosetti, i dirigenti della famosa società di consulenza Princewaterhousecoopers.
Sarà interessante sapere quanto il Tribunale riterrà colpevole in concorso il Patelli.
Quel che è certo è che se il fiscalista sarà ritenuto colpevole, la sentenza avrà il suo peso negli ambienti degli studi tributaristi e legali, quotidianamente protagonisti e artefici di riassetti aziendali!