
L’abuso dei voucher lavoro vanifica il tentativo di denunciare le attività in nero. Da qui l’obbligo di comunicare durata e luogo del lavoro.
Il voucher lavoro è uno strumento nato per contrastare il lavoro nero legato alle prestazioni occasionali, ma il suo abuso ha paradossalmente creato lavoro illecito. Il Consiglio dei Ministri interviene per arginare l’abuso e l’uso illegittimo dei voucher lavoro introducendo l’obbligo da parte del committente di comunicare preventivamente all’INPS i dati anagrafici del lavoratore, la data e l’ora di inizio e fine del lavoro e il luogo in cui questo si svolge.
Finora l’abuso è stato possibile per la possibilità di comunicare i dati richiesti anche alla fine del lavoro creando, in tal modo, le condizioni per dichiarare informazioni false e prolungare il lavoro con due o più mandati per il lavoratore.
Il successo del voucher lavoro si deve soprattutto alla semplicità di utilizzo. Il datore acquista un carnet di voucher da un tabaccaio o presso le Poste, poi lo attiva e lo consegna al lavoratore che, su un valore di €10 per ogni voucher, ne incassa €7,50 netti: i €2,50 trattenuti servono a finanziare la contribuzione e l’assicurazione contro gli infortuni sul lavoro. Un vantaggio per il committente che in questo modo è esonerato da tutti gli adempimenti relativi all’assunzione.