
La consultazione pubblica sui servizi finanziari (Call of evidence) lanciata dalla Commissione europea lo scorso 30 settembre – e rivolta a tutti i paesi aventi interessi entro i confini Ue – ha liquidato con una sonora bocciatura il Bail in, la Solvency II e le disposizioni sulla rendicontazione.
Nello specifico, la consultazione ha definito il Bail in inappropriato per la struttura bancaria europea; il meccanismo per accrescere la solvibilità degli istituti di credito non è adattabile ad assicurazioni di medie e piccole dimensioni. Infine, le disposizioni sulla rendicontazione non sono calibrate e presentano differenze troppo labili tra banche, fondi e società. Inoltre, gli obblighi di reportistica diversificati non sono compatibili tra loro e accrescono a dismisura gli obblighi burocratici e i costi per le imprese coinvolte.
Secondo la consultazione un patrimonio più solido, così come richiesto dalle norme di Basilea, limita la possibilità di concessione di credito poiché riduce la liquidità disponibile. Inoltre, le norme sull’antiriciclaggio e la due diligence rappresentano un onere eccessivo per le imprese, oltre a cozzare con i criteri di audit applicati da alcune amministrazioni locali.