
Confprofessioni chiede una revisione del nuovo codice appalti affinché tenga conto dell’orientamento espresso nel ddl lavoro autonomo, in modo che sia contemplata espressamente la figura del lavoratore autonomo. L’articolo 7 del ddl 2233, infatti, noto anche come Statuto del lavoro autonomo è stato scritto appositamente per favorire l’accesso agli appalti a tutti i professionisti autonomi (dove per lavoratore autonomo si intende l’accezione data al titolo III, libro V, del codice civile).
Nel comma 1 dell’articolo 7 si legge che “le amministrazioni pubbliche promuovono, in qualità di stazioni appaltanti, la partecipazione dei lavoratori autonomi agli appalti pubblici, in particolare favorendo il loro accesso alle informazioni relative alle gare pubbliche”. Ma nel nuovo codice appalti, approvato lo scorso 15 aprile dal consiglio dei ministri, si fa riferimento a piccole o micro imprese, ma non ai professionisti autonomi e freelance. Per questo motivo, Confprofessioni, per tutelare la natura del lavoro autonomo e le norme ad esso associate, ha chiesto che si tenga conto dell’orientamento espresso dal ddl 2233.