
Con l’entrata in vigore delle norme sul bail-in, prosegue la marcia della Bce verso la tanto agognata unione bancaria. Ma la Germania continua a fare ostruzionismo, soprattutto per quanto riguarda la garanzia dei depositi armonizzata (Edis). Le tre gambe su cui dovrebbe reggersi l’unione bancaria sono la vigilanza unificata, il trattamento univoco delle risoluzioni bancarie e l’Edis.
Ma su questo terzo caposaldo Berlino si rifiuta – e l’ha ribadito durante il più recente Ecofin – di condividere il rischio di insolvenza o fallimento con quei paesi che non hanno saputo creare un argine efficace durante questi anni di difficoltà. Di più: la Germania pretende l’introduzione di requisiti di capitale per i titoli di stato in portafoglio (oggi valutati a rischio zero) o di introdurre un tetto massimo. La proposta è stata prontamente bocciata, ma è il segnale di una visione sempre più discordante tra Berlino e Francoforte. Il rischio, però, rimane quello che gli istituti di credito, specie quelli sottocapitalizzati, si concentrino su pericolose “scommesse” contro i titoli di stato di paesi che si prevedono in difficoltà – un po’ come successo con la Grecia – cercando di trarre profitto dalle disgrazie altrui.