
La riforma del catasto rischia di trasformarsi nell’ennesima creatura mitologica schiacciata dalla burocrazia italiana. Uno dei pilastri su cui dovrebbe poggiare, infatti, è quello di allineamento delle basi. Un procedimento complesso che ancora non è stato completato e che dovrà, necessariamente, venire ultimato entro il 2018, quando dovrebbe scattare la riforma del catasto.
Intanto, i comuni potranno proseguire nelle opere di rilassamento catastale già in corso: un’operazione complessa che ha portato a 365 milioni di nuove rendite. La fase preliminare sarà fondamentale “per valutare in modo accurato gli effetti di gettito e distributivi sui contribuenti”. I comuni, finora, hanno potuto richiedere all’Agenzia delle Entrate una revisione delle rendite catastali di abitazioni private che si discostassero in maniera significativa dalla media corrisposta da abitazioni analoghe poste nella stessa zona. Un contenzioso che si è consumato in 17 città, tra cui Roma e Milano, e che ha portato a maggiori entrate per 184 milioni di euro. Un altro procedimento avviato è stato quello di ricalcolo della rendita catastale a seguito di interventi di edilizia. In questo caso sono stati 1.300 i comuni coinvolti, con quasi 100.000 atti notificati e maggiori entrate per 181 milioni di euro.