
Grido d’allarme lanciato dal presidente dell’Ancl, l’Associazione Nazionale dei Consulenti del Lavoro. Il voucher, lo strumento messo a punto dal Ministero del Lavoro per arginare il fenomeno del “nero”, rischia di prestare il fianco a diverse irregolarità.
In primo luogo, come certificato dall’intervento del presidente dell’Ancl, Francesco Longobardi, si segnala come nel 2015, a fronte di un aumento del numero di accessi ispettivi rispetto al 2014, sia calato il numero di lavoratori totalmente in nero (35,49% delle verifiche contro il 42,61% del 2014). Questo, secondo l’Ancl, si presta a una duplice chiave di lettura: da una parte, gli sgravi previsti dal governo per le assunzioni a tempo indeterminato hanno sicuramente permesso l’emersione di una quota di lavoratori irregolari; dall’altra, però, “si affaccia la fondata ipotesi – si legge nella relazione di Longobardi – che tale diminuzione del lavoro irregolare sia conseguenza anche dell’exploit dei voucher lavoro.
Quel residuale strumento nato per l’agricoltura e per qualche ora di doposcuola, è evidente che sta falsando il mercato del lavoro, se è anche vero che nel 2015 i buoni utilizzati sono stati circa 115 milioni”. Questi lavoratori, che pure sono formalmente “regolari”, sono destinati a una precarietà sempiterna con l’impossibilità di costruirsi una posizione previdenziale. Da qui l’allarme: il Ministero del lavoro deve necessariamente alzare l’attenzione su questo strumento, prevedere controlli più serrati e limitare il ricorso al voucher per “una determinata giornata e fascia oraria”.