
Dopo i molteplici scandali che hanno travolto le casse di previdenza dei professionisti, si è deciso di cambiare completamente registro. Si passa da una gestione il più possibile “discreta”, in cui le casse compaiono per lo stretto necessario, a una gestione più trasparente e condivisa. I compiti delle casse, d’altronde, sono diventati più ampi: ai tradizionali servizi contributivi e di gestione del patrimonio, si è aggiunto il welfare, ovvero una serie di politiche che consentano agli iscritti di fronteggiare le situazioni di difficoltà attraverso un meccanismo di solidarietà. A ciò si affianca anche una promozione della formazione, specie attraverso le piattaforme di e-learning.
La cassa degli avvocati, per esempio, sta portando avanti una proposta per dotare tutti gli iscritti di una banca dati giuridica. Scottate dagli scandali, le casse stanno avviando un processo di trasparenza che prevede, ad esempio, la pubblicazione di bilanci e gestione del patrimonio immobiliare. Cambia anche la modalità di investimento della liquidità: nel 2008, le Casse avevano in pancia 3 miliardi di prodotti finanziari strutturati su un totale gestito di 36 miliardi, oggi questa quota è ridotta quasi a zero e, sui 70 miliardi complessivi, quasi la metà è investita in Italia.