
È partito l’iter per la depenalizzazione dei reati che hanno come pena la multa: è il caso, a titolo esemplificativo, dell’omesso versamento dei contributi e delle ritenute da parte del datore di lavoro, purché la cifra non ecceda i 10.000 euro annui. Ma ci sono delle eccezioni, nei settori dell’edilizia e dell’urbanistica; degli alimenti e delle bevande; dell’ambiente, del territorio e dei paesaggi; della sicurezza pubblica e dei luoghi di lavoro; dei giochi d’azzardo e delle scommesse; delle armi e degli esplosivi; del finanziamento ai partiti; delle proprietà intellettuali e industriali.
Verranno inoltre approvate nuove sanzioni amministrative: per contravvenzioni punite fino a 6 mesi di reclusione, ammende da 5 a 15.000 euro; per le contravvenzioni punite fino a un anno, sanzioni da 5 a 30.000 euro; per le contravvenzioni punite con una pena detentiva superiore all’anno di reclusione, sanzioni da 10 a 50.000 euro.
Gli obiettivi del ministero sono tre: in primo luogo, l’inasprimento delle sanzioni, che diventano più rapide e incisive; in secondo luogo una minore congestione della giustizia penale; infine, un’efficace repressione dei reati socialmente più gravi, non soggetti alla procedura di depenalizzazione.