L’incubo di molti professionisti sarà finalmente semplificato: gli studi di settore, infatti, verranno rivisti per renderli più snelli. Verranno rivisti gli indici di coerenza e saranno approvati correttivi anti crisi. Lo scorso 2 dicembre, a Roma, una riunione di esperti del settore ha posto le basi per la revisione di 70 studi di settore. La prima richiesta proveniente dalle associazioni dei professionisti è quella relativa ai modelli, che devono essere semplificati e che devono prevedere la richiesta di dati strettamente necessari, eliminando tutti quelli che non siano rilevanti per quanto riguarda la creazione di gruppi omogenei e la determinazione dei compensi.
Al tempo stesso, però, è necessario che gli studi di settore mantengano la propria efficacia predittiva. La revisione degli studi di settore non è certo una novità, basti pensare che già nel 2008 fu istituita una commissione ad hoc per provare a razionalizzare questi strumenti. Per quanto riguarda gli indici di coerenza, è stata avanzata la richiesta di revisione di tre indicatori specifici: quello riguardante il valore aggiunto per addetto, quello relativo al margine per addetto non dipendente, quello relativo la copertura dei beni di terzi e degli ammortamenti. Infine, i correttivi anticrisi, che devono poi essere comunicati attraverso il software Gerico, dovrebbero essere comunicati almeno un mese prima del solito (attualmente la scadenza è fissata per aprile), in modo da evitare che si arrivi troppo a ridosso della scadenza dei termini per la presentazione del modello Unico.
