
Una sanzione da 513.000 euro inflitta dall’Antitrust al Consiglio nazionale forense per condotte restrittive della concorrenza. E l’ordine degli avvocati deve ritenersi “fortunato”, dopo che nell’ottobre del 2014 la maxi multa comminata era stata di quasi un milione di euro.
L’Autorità per la concorrenza aveva condannato il consiglio nazionale forense per due distinte decisioni: la prima era relativa all’aver considerato come illecito disciplinare la richiesta di compensi inferiori ai minimi tariffari; la seconda di aver limitato l’utilizzo di un canale promozionale (AmicaCard) che serviva a evidenziare la convenienza economica delle prestazioni professionali.
In prima istanza l’Antitrust aveva comminato una sanzione di 912.000 euro. Il Consiglio nazionale forense aveva fatto ricorso al Tar che, nel luglio scorso, aveva parzialmente accolto la richiesta dell’ordine, sostenendo che non vi fosse volontà di reintrodurre “l’obbligatorietà dei minimi tariffari, pena la sottoposizione a procedimenti disciplinari e la comminazione di sanzioni per i professionisti che dovessero discostarsi dai minimi individuati nelle (abrogate) tariffe ministeriali”. Con questa pronuncia, il Tar aveva inviato nuovamente all’Antitrust la pratica, perché comminasse una sanzione meno pesante. Il risultato sono i 513.000 euro che il Consiglio nazionale forense dovrà pagare dopo la decisione dell’Autorità per la concorrenza delle scorse settimane.