30 articoli, suddivisi in 7 capi: è il nucleo del nuovo provvedimento che apporta modifiche sostanziali al Codice Antimafia. Approvato alla Camera, e in attesa di ricevere l’ok anche dal Senato, il nuovo provvedimento prevede l’inasprimento delle norme sul cosiddetto caporalato. Inoltre, si pone l’obiettivo di realizzare misure più efficaci a tempestive per la prevenzione patrimoniale; infine, nuove norme sul controllo giudiziario sulle aziende e confisca se il patrimonio dell’autore del reato è sproporzionato rispetto al reddito.
Partiamo dal caporalato: con l’inserimento dell’articolo 603-quater del codice penale, si impone la confisca obbligatoria di tutto ciò che è stato utilizzato per realizzare il reato di sfruttamento e intermediazione illecita del lavoro. Gli immobili confiscati alla mafia, inoltre, verranno assegnati in affitto a personale delle Forze di Polizia, delle Forze armate e dei Vigili del Fuoco. Per quanto riguarda i reati contro la pubblica amministrazione, verrà rivista la disciplina delle misure di prevenzione personali, con l’inserimento degli indiziati di questi reati (peculato, concussione e corruzione) nelle liste dei soggetti destinatari di misure. Infine, per quanto riguarda la selezione degli amministratori giudiziari, si applicherà la regola della rotazione degli incarichi. I parenti, i conviventi e perfino “i commensali” del magistrato che conferisce l’incarico non potranno essere nominati come amministratori giudiziari.
