Venerdi scorso, 7 febbraio 2014, è entrato in vigore il Dlgs n.154/13 in materia di filiazione.
Con esso sono state introdotte nell’ordinamento italiano alcune modifiche di “linguaggio” in materia di rapporti tra genitori e figli che incideranno sulla struttura di questi ultimi.
I genitori d’ora in poi eserciteranno sul figlio la “responsabilità genitoriale”, non più la patria potestà (legge 1185/67). La responsabilità genitoriale sarà esercitata di comune accordo tenendo conto delle capacità inclinazioni naturali e aspirazioni del figlio. Essa spetta al genitore che ha riconosciuto il figlio.
I figli che sono nati fuori dal matrimonio saranno chiamati “figli” senza più riferimento all’aggettivo “naturali”.
E saranno chiamati semplicemente “figli” quelli nati nel matrimonio, senza più riferimento all’aggettivo “legittimi”.
I figli finora chiamati “adulterini” saranno chiamati “figli nati fuori dal matrimonio”.
A sostegno di questa rivoluzione linguistica, il Comune di Milano ha introdotto una novità nella documentazione per l’iscrizione alle scuole d’infanzia: dall’anno in corso, infatti, sono stati aboliti nella documentazione per l’iscrizione alle scuole d’infanzia, i riferimenti alla famiglia tradizionale. Le denominazioni “padre” e “madre” sono state sostituite da il termine “genitore”.
Il consigliere Pd Rosaria Iardino, come riportato dal quotidiano ItaliaOggi, si pronuncia così: “Non sono più mosche bianche quelle famiglie composte da due donne o due uomini che iscrivono i figli avuti da precedenti matrimoni o nati attraverso nuove tecniche di concepimento, alle scuole pubbliche.”.
Nella circolare 31 gennaio 2014 Direzione centrale educazione e istruzione del Comune di Milano, riporta ancora Italia Oggi, si legge che “anche due genitori dello stesso sesso avranno la loro unione riconosciuta come famiglia e potranno così godere di certi diritti (...) come accedere , nel caso vi fossero le prerogative, alle agevolazioni previste sulle tariffe (per la scuola materna ndr) che dovranno corrispondere attraverso il calcolo dell’Isee comune.”
La famigli italiana cambia linguaggio e con esso anche le regole che la governano.
Tutti i figli, nati o meno all’interno del matrimonio, sono figli e basta. Dimentichiamoci il vecchio primato dei figli legittimi, perché anche in materia successoria, tutti i figli dal 7 febbraio scorso sono uguali.
“Scompare la possibilità che avevano i figli legittimi di liquidare in denaro o immobili la porzione di eredità spettante ai figli naturali che non si opponessero” (ItaliaOggi).
Sanciti anche i diritti e doveri dei nonni i quali se hanno diritto di mantenere rapporti significativi con i nipoti minorenni e possono agire in giudizio per veder tutelati i propri diritti hanno anche l’obbligo (vigente in genere per gli ascendenti, in ordine di prossimità) di fornire ai genitori i mezzi necessari, se insufficienti, per adempiere ai doveri nei confronti dei figli.