
Il doppio binario attraverso il quale, a partire dal 2014, i partiti potranno finanziarsi è costituito dalle donazioni (per le quali sono previste detrazioni Irpef e Ires fino al 52%) e dal riparto del 2 per mille Irpef. A beneficiare dei fondi saranno i partiti iscritti nel registro nazionale, tenuto dalla commissione istituita dalla legge n. 96/2012. Quest'ultima cambierà nome, assumendo la qualifica di «commissione di garanzia degli statuti e per la trasparenza e il controllo dei rendiconti dei partiti e movimenti politici». A comporla saranno cinque magistrati designati dai vertici della Cassazione, del Consiglio di stato e della Corte dei conti (che avrà tre esponenti). Il loro compito sarà l'esame preliminare della documentazione trasmessa dai partiti alla presidenza della camera e del senato.
Il ddl ridefinisce interamente lo standard di statuto dei partiti. In primis nella forma: sarà obbligatorio l'atto pubblico. Per quanto attiene ai contenuti, si stabilisce che lo statuto dovrà indicare il numero e le attribuzioni degli organi deliberativi, esecutivi e di controllo, ma anche i diritti e i doveri degli iscritti, nonché le modalità per la selezione delle candidature nei vari appuntamenti elettorali (elezioni politiche, amministrative, europee).
Particolare attenzione viene posta anche alla pubblicità della documentazione civilistica e contabile. I partiti dovranno realizzare un sito web a elevata accessibilità ove rendere disponibili statuti, rendiconti, relazione sulla gestione, nota integrativa e parere della società di revisione. Inoltre, come già previsto dal dlgs n. 33/2013, parlamentari e membri del governo dovranno operare una totale «disclosure» sulla propria situazione reddituale e patrimoniale.
I rendiconti economici delle forze politiche saranno soggetti a un duplice controllo. Uno a opera della predetta Commissione di garanzia. Un altro attraverso le verifiche della società di revisione, che potrà assumere il controllo della gestione contabile e finanziaria con un incarico relativo a tre esercizi consecutivi, rinnovabile una sola volta. Laddove emergessero irregolarità o lacune documentali, i responsabili dei partiti saranno chiamati a rispondere e sanare le anomalie: qualora ciò non avvenisse entro il successivo 31 ottobre, il movimento politico sarà escluso dalla corsa al 2 per mille e il tesoriere delegittimato a firmare i bilanci per i cinque anni successivi. Insomma, nel registro nazionale dei partiti e dei movimenti politici riconosciuti ai fini dell'attribuzione delle tasse degli italiani potranno finire solo soggetti trasparenti. Non manca però una norma transitoria. I partiti e i movimenti politici attualmente costituiti saranno tenuti all'invio dello statuto alla Commissione entro un anno dall'entrata in vigore della legge messa a punto dal governo Letta. Nel frattempo i benefici saranno ugualmente fruibili già all'inizio del 2014, purché l'iscrizione al registro avvenga appunto entro 12 mesi. Si ricorda che il meccanismo del 2 per mille sarà appannaggio soltanto dei partiti che alle ultime elezioni politiche abbiano ottenuto almeno un rappresentante alla camera o al senato. Viceversa, le erogazioni liberali «agevolate» potranno essere destinate a partiti che, pur non presenti in parlamento o in un consiglio regionale, abbiano presentato candidati in almeno tre circoscrizioni (per la camera) o regioni (per senato e consigli regionali), oppure in almeno una circoscrizione per l'elezione dell'Europarlamento.