Il latte crudo, così come la crema, prima di essere consumati vanno bolliti; la dicitura va riportata su ogni confezione. E nell'ipotesi in cui la vendita avvenga mediante distributore automatico, la prescrizione, perché sia chiara ed evidente, dovrà essere scritta in colore rosso e con caratteri alti almeno 4 centimetri. A dover rispettare le nuove regole relative alla commercializzazione del latte crudo è, genericamente, l'operatore del settore alimentare, in pratica chiunque immette sul mercato latte crudo o crema cruda destinati all'alimentazione umana. Lo ha stabilito il ministero della salute con il decreto del 12 dicembre 2012, pubblicato in Gazzetta Ufficiale martedì scorso, 29 gennaio. Il provvedimento è stato emanato in attuazione del decreto legge Balduzzi del settembre scorso (decreto legge 158/2012 convertito con la legge 189/2012), con l'intento di aumentare il livello di tutela della salute dei consumatori. Il decreto in questione prevede anche l'obbligo di indicare, di volta in volta, la data di mungitura e quella di scadenza del latte che, peraltro, non dovrà superare i tre giorni dalla data della mungitura. Tra l'altro, una specifica disposizione contenuta nel decreto in questione prevede anche che non possono essere messi a disposizione degli acquirenti il latte contenitori destinati al consumo sul posto del prodotto. E ciò proprio in relazione al fatto che prima di essere consumato il prodotto deve essere necessariamente bollito. Al fine di perseguire l'obiettivo di ridurre ogni possibile rischio, il medesimo decreto prevede anche che nell'ipotesi in cui l'impianto di distribuzione del latte crudo disponga di un sistema di imbottigliamento, i contenitori da asporto dovranno riportare nuovamente, in etichetta, le indicazioni relative all'obbligo della bollitura prima del consumo e la data della scadenza. Anche queste scritte dovranno essere rappresentate in colore rosso e i relativi caratteri dovranno essere alti almeno un centimetro.