
Un padre che sconta una pena detentiva e una madre imprenditrice occupata con il lavoro tutto il giorno. Una situazione che pone il problema di chi debba occuparsi del figlio. In merito ad una analoga vicenda la Cassazione (sentenza n. 43998 del 14/12/20109 ha affermato che la custodia cautelare in carcere non può essere revocata in favore degli arresti domiciliari perché il lavoro della madre (imprenditrice) non può costituire un’impossibilità assoluta di assistenza alla prole. Nel dettaglio “in tema di misure cautelari personali, non è censurabile, in sede di legittimità, la decisione con cui il giudice di appello escluda, con motivazione idonea e pertinente, la gravità dell’impedimento richiesto dall’art. 275, comma quarto, cod. proc. pen., considerato che l’attività di lavoro svolta dalla madre (…), non può costituire, salvo specifiche e puntuali circostanze, ostacolo tale da impedire alla genitrice di attendere alla cura di minore”. In sostanza, la sesta sezione penale, ha evidenziato come la figura della madre-imprenditrice abbia “una maggiore gamma di risorse alternative per rispondere alle esigenze di crescita psico-sociale della prole minore di tre anni” rispetto alla figura della madre-lavoratrice.
a cura della Redazione