
In arrivo una nuova limitazione in merito all’uso contanti. Questa volta non si parla però di soglie di possibile utilizzo per gli acquisti o i pagamenti generici, ma di una norma specifica relativa al pagamento di dipendenti e collaboratori. Vediamo di cosa si tratta.
Uso contanti nel pagamento degli stipendi
La nuova norma per negare la possibilità di utilizzare denaro liquido nel pagamento dei dipendenti è al momento al vaglio del Senato, dopo l’approvazione della Camera dei Deputati. La normativa è stata pensata per uno scopo diverso rispetto alla lotta alle mancate emissioni di documenti fiscali.
Infatti scopo dichiarato è impedire che i lavoratori vengano retribuiti in maniera diversa da quanto dichiarato in busta paga, secondo una prassi riscontrata che prevede la dichiarazione nel cedolino di stipendi più elevati rispetto a quelli effettivamente erogati.
All’entrata in vigore della nuova legge tutti i pagamenti degli stipendi, a prescindere dall’importo degli stessi, dovranno essere effettuati tramite una modalità tracciabile, come ad esempio con bonifico o assegno.
La nuova regola riconosce inoltre come nulla la firma richiesta talvolta dai datori di lavoro a riscontro dell’effettivo pagamento della cifra contenuta nelle buste paga; l’eventuale firma per ricevuta sarà infatti ritenuta nulla qualora il pagamento non sia dimostrabile ed effettuato tramite le modalità citate in precedenza.
Uso contanti: non cambia il limite dei 3.000 euro
La norma in approvazione sull’uso contanti nel pagamento dei dipendenti non modifica però in alcun modo la normativa relativa all’utilizzo dei contanti per gli acquisti e pagamenti. Ricordiamo che secondo l’ultima modifica alla norma, è stata innalzata da 1.000 a 3.000 euro la soglia massima per i pagamenti che possono essere effettuati in contanti.
Come detto questa sogli non riguarderà però i pagamenti degli stipendi, a prescindere quindi dall’ammontare degli stessi.
Al momento non è ancora chiaro se potrà essere introdotta una soglia limite con la possibilità di riconoscere in constanti i pagamenti di ridotta entità.
Non è stata invece approvata la parte della legge che prevedeva l’obbligo di comunicare i dettagli del pagamento ai centri per l’impiego, e di conseguenza nemmeno la sanzione relativa per le mancate comunicazioni, che in una prima bozza era stata ipotizzata a 500 euro per ogni comunicazione non inviata.
Al momento non è quindi chiaro quali saranno le eventuali sanzioni per chi non si adeguerà alla nuova regola dei pagamenti tracciabili per stipendi e salari.