
Scopriamo cosa cambia per quanto riguarda la sicurezza dopo le modifiche apportate all’ex articolo 639 del codice penale dal nuovo decreto sicurezza, per quanto riguarda l’imbrattamento di edifici e di mezzi di trasporto. Ecco le principali modifiche introdotte dal nuovo decreto e le pene previste in caso di condanna.
Decreto sicurezza: chi imbratta deve risarcire
La prima novità riguarda chi imbratta le superfici esterne degli edifici o qualsiasi tipo di mezzo di trasporto, pubblico o privato. Questo tipo di reato era già presente tra le violazioni del codice del penale, ma le nuove norme hanno inasprito le pene che comprendono la reclusione fino a sei mesi per i casi più gravi, oltre a una multa fino a 1.000 euro. Oltre a ciò, l’imbrattatore potrà essere ulteriormente sanzionato con la richiesta del pagamento delle spese necessarie al ripristino del danno causato. È inoltre possibile che chi verrà giudicato colpevole sia chiamato in prima persona a ripulire le superfici o a sostenere direttamente le spese necessarie per la pulizia.
Questo aspetto rappresenta una novità del decreto sicurezza, in quanto il responsabile è chiamato a risarcire direttamente il danno, e non solo quindi a ripagare la collettività con la reclusione o tramite una multa.
Nel caso in cui il colpevole non si opponga alla sentenza, è possibile che la sistemazione dell’area o dei mezzi danneggiati venga sostituita con una prestazione lavorativa non retribuita in un incarico a vantaggio della collettività, i cui dettagli, come la durata, potranno essere decisi dal giudice chiamato a giudicare il reato.
Decreto sicurezza: pene più severe per chi imbratta beni artistici o storici
Oltre a quanto già affermato in precedenza, il nuovo decreto ha previsto una pena maggiore nel caso in cui ad essere imbrattati siano edifici o monumenti di interesse culturale o storico. In questo caso, infatti, la carcerazione varia da un minimo di tre mesi a un massimo di un anno. Anche la sanzione prevista è notevolmente superiore e varia da un minimo di 1.000 ad un massimo di 3.000 euro.
Pena maggiori sono infine previste in caso di recidiva del reato di imbrattamento: in questo caso infatti la reclusione può arrivare fino ai due anni per i casi più gravi e la multa può raggiungere i 10.000 euro, oltre alle spese di ripristino o di pulizia delle superfici danneggiate.