
I lavoratori autonomi hanno diritto al congedo di maternità e di paternità? Se sì, in quali casi è previsto e come funziona? Scopriamolo con questa guida.
Il congedo di maternità per i lavoratori autonomi
Il congedo per la nascita di un figlio è previsto anche per le madri e per i padri che svolgono un'attività di tipo autonomo, a patto che siano iscritti alla gestione separata dell'INPS. L'iscrizione deve essere presente in forma esclusiva, e non possono essere ammessi al beneficio i lavoratori pensionati.
Il congedo di maternità presuppone che durante il periodo per il quale si usufruisce di questo beneficio, non venga svolta l'attività lavorativa, che non è ovviamente vietata, ma in caso di svolgimento causa il decadimento dai benefici previsti.
Come accada anche per i lavoratori dipendenti, il diritto al congedo di maternità è previsto anche in caso di adozione e per l'affidamento di bambini e ragazzi minorenni. Nel caso in cui la madre non abbia la possibilità di usufruire del congedo, lo stesso diritto è previsto per il padre, anche se lavoratore autonomo.
Condizione necessaria per poter usufruire della maternità è che i lavoratori autonomi versino l'aliquota INPS maggiorata, prevista per questo scopo. Per poter usufruire del beneficio è necessario che nell'anno precedente alla domanda di maternità o di paternità, il lavoratore abbia versato almeno tre contributi con la quota maggiorata prevista.
Cosa prevede l'indennità di maternità e di paternità
La lavoratrice autonoma in regola con i requisiti espressi in precedenza ha diritto all'astensione dal lavoro per i due mesi precedenti la presunta data del parto, a meno che la professione svolta non rientri tra quelle che presuppongono un periodo di astensione maggiore dal lavoro per motivi di salute o per incompatibilità della mansione, come previsto dall'azienda sanitaria e dalla direzione del lavoro competente per il territorio oggetto della mansione svolta.
L'astensione dal lavoro è prevista inoltre per i tre mesi dopo il parto, a cui vanno sottratti gli eventuali giorni usufruiti in più prima del parto stesso (è il caso di un parto verificatosi in ritardo rispetto alla data di termine prevista).
Il congedo è un diritto anche in caso di decesso del feto (dopo i 180 giorni) o del neonato.
Per quanto riguarda il congedo di paternità, per i lavoratori autonomi esso è riconosciuto solo nel caso in cui si verifichi il decesso della madre, l'abbandono del bambino o nel caso in cui il figlio venga affidato in forma esclusiva al padre. In caso di adozione o di affidamento invece il padre ha diritto a cinque mesi di paternità, ma solo nel caso in cui la madre rinunci a questo beneficio.