Il 1° febbraio è stata depositata la prima decisione della Cassazione (N. 1869) in materia di sovraindebitamento, con riferimento al piano del consumatore.
Questa procedura, contenuta nella legge 3/2012, è molto vantaggiosa per le persone indebitate, in quanto consente di effettuare una proposta di pagamento dei debiti che deve solo essere approvata dal Tribunale, senza che rilevi il consenso dei creditori.
La legge dice che il piano del consumatore è applicabile solo alle persone fisiche che hanno debiti estranei all'attività imprenditoriale o professionale e finora questo limite è stato interpretato in modo restrittivo.
La Cassazione però adesso dice esplicitamente che anche chi è, ovvero è stato, imprenditore o professionista può utilizzare questo utile strumento, purché i suoi debiti attuali siano solo di carattere personale; inoltre precisa che Iva e ritenute d'acconto consentono il piano del consumatore, pur essendo obbligazioni connesse ad un'attività imprenditoriale.
È un'eccezione è molto rilevante: infatti sono frequenti i casi di ex titolari di partita Iva che hanno molti debiti personali ma anche qualche arretrato di debiti Iva relativi all'attività ormai cessata; finora queste situazioni erano escluse dal piano del consumatore, ora invece, se i Tribunali accoglieranno il suggerimento della Cassazione, non sarà più così.
In ogni caso, solo chi si è indebitato senza colpa e chi non ha contratto debiti senza la ragionevole prospettiva di poterli pagare potrà accedere al piano del consumatore.
