
257.000 cause intentate da cittadini e imprese contro le autorità fiscali nel 2015, un numero in crescita del 5,87% rispetto al 2014 nonostante una flessione nell’ultimo trimestre dell’anno appena trascorso. Le autorità fiscali, però, possono comunque festeggiare: le cause pendenti sono in calo del 7,2%, attestatesi a quota 530.000 ricorsi.
Gli esiti delle cause concluse nel 2015 hanno dato completamente ragione agli enti impositori nel 44,85%, consentendo così alle autorità fiscali di recuperare circa 3 miliardi di euro. Nel 32,21%, invece, i giudici hanno dato ragione totale al contribuente, con l’annullamento di procedimenti – tra cartelle e accertamenti – per complessivi 2,3 miliardi. La percentuale di cause risolte in favore dei contribuenti aumenta sensibilmente nel processo in appello: il 40,8% degli esiti, infatti, è a favore dei cittadini per un controvalore di 1,1 miliardi. Il 45,35% delle sentenze d’appello, invece, è a favore delle autorità per un valore di 1,3 miliardi di euro.
Infine, l’importo medio delle cause, nell’ultimo trimestre dell’anno, è stato di 98.000 euro in Ctp e di 185.000 euro in Cpr. Il complessivo delle cause intentate nel 2015 è superiore a 30 miliardi, con il 70% dei procedimenti che riguarda cifre fino a 20.000 euro (3% del conteso complessivo) mentre le cause sopra il milione di euro, che pure riguardano solo il 2% dei procedimenti, quotano i due terzi dell’importo complessivo delle contese.