
In senato si sta recentemente discutendo il disegno di legge sul lavoro agile, il cosiddetto smartworking. Anzitutto, bisogna chiarire che questa non è una nuova tipologia contrattuale bensì un nuovo modo per svolgere la prestazione lavorativa. Lo smartworking, molto utilizzato nelle imprese medio-grandi, sta lentamente avendo un discreto successo nelle piccole imprese.
Il nuovo modo di svolgere la prestazione lavorativa implica un cambiamento notevole nel mercato del lavoro poiché stravolge la nostra visione di attività lavorativa. Fino a non molti anni fa era impensabile che si potesse svolgere la propria mansione lontano dalla postazione di lavoro. Il lavoro agile, inteso come particolare modo di eseguire la prestazione lavorativa, è definito come una prestazione di lavoro subordinato, ciò non toglie sicuramente che non tutti i lavori potranno essere svolti al di fuori degli spazi aziendali. Grazie al lavoro agile, sicuramente i lavoratori riusciranno a conciliare in modo migliore, grazie alla flessibilità concessa, i propri impegni di vita con il lavoro.
Una perplessità che senza dubbio sorge è quante saranno le imprese che riusciranno realmente a diventare “smart” poiché sotto il profilo giuridico il lavoratore sarà sempre “etero-diretto” ma non più “etero-organizzato” configurandosi, così, in una nuova figura di lavoratore che oscilla tra lavoratore subordinato e collaboratore coordinato continuativo.
Tuttavia, secondo le stime ci sarà un incremento della produttività del 25% che non è poco, inoltre per le aziende certamente ci sarà un abbattimento dei costi aziendali senza dimenticare i benefici che di riflesso ci saranno per l’ambiente dovuto al minore inquinamento. Quindi possiamo dire che, nel caso in cui si riesca ad instaurare un reale meccanismo di fiducia tra dipendente e azienda, il lavoro agile sarà un politica di welfare che produrrà molti effetti positivi nell’organizzazione aziendale.
Ci resta da capire come si configureranno gli istituti di malattia e infortunio, poiché il lavoro agile non deroga al Testo Unico sulla sicurezza del lavoro. In conclusione si può affermare che sicuramente è un bel punto di partenza poiché dimostra innovazione e modernità sul lavoro che fino ad ora nel nostro Paese sono state carenti.