
Oggi parliamo dei requisiti di accesso all'indennità di accompagnamento per il 2016, in particolar modo in riferimento al calcolo dell'ISEE, cioè all'indicatore della situazione economica equivalente.
Cos'è l'indennità di accompagnamento?
Secondo la definizione utilizzata dall'INPS, l'indennità di accompagnamento è una prestazione di tipo economico che viene erogata su richiesta dell'avente diritto (o da chi ne fa le veci in caso di impossibilità del soggetto interessato). L'accompagnamento è dedicato esclusivamente alle persone mutilate o giudicate invalide totali. Requisiti necessari per ottenere l'indennità di accompagnamento sono l'accertamento dell’impossibilità di camminare senza il sostengo di un accompagnatore oppure l’impossibilità di compiere le azioni necessarie per la vita.
L'indennità di accompagnamento viene riconosciuta a tutti i soggetti che si trovano nelle condizioni sopra descritte, a prescindere dalla situazione reddituale e dall'età del soggetto.
I requisiti per la richiesta dell'indennità, confermati anche per il 2016, sono:
· Il riconoscimento della totale inabilità del soggetto per problemi e disturbi di natura fisica o psichica.
· L'impossibilità di camminare senza il sostengo di un accompagnatore o l'impossibilità di compiere gli atti quotidiani della vita.
· Il possesso della cittadinanza italiana.
· L'iscrizione all’anagrafe del comune di residenza per i per i soli cittadini stranieri comunitari.
· Il possesso del permesso di soggiorno di durata pari o superiore a un anno per i soli cittadini stranieri extracomunitari.
· La residenza stabile ed abituale sul territorio italiano.
Indennità di accompagnamento e ISEE: chiarimenti sul calcolo del reddito
Veniamo ora ad un punto che ha suscitato diverse polemiche nei mesi scorsi, cioè l'inclusione dell'indennità di accompagnamento nel calcolo dell'ISEE. Diversamente da quanto affermato dal Governo, il Consiglio di Stato nei giorni scorsi ha infatti dato ragione al Tar, che aveva escluso l'assegno di accompagnamento dal calcolo del reddito. Se considerato come fonte di reddito, anche l'assegno avrebbe infatti contribuito ad innalzare la quota dell'ISEE, escludendo di fatto molte persone dai benefici legati all'ammontare dell'ISEE stesso.
La polemica era sorta successivamente all'applicazione delle regole del nuovo ISEE, che considerava tutte le entrate come reddito, includendo quindi anche le indennità di accompagnamento. Il Consiglio di Stato ha però ribadito che l'indennità non può essere calcolata al pari di una retribuzione, in quanto la persona disabile non riceve un compenso, ma un sostegno che si rende necessario per la condizione nella quale il soggetto stesso si trova.