L’Unione europea subisce il downgrade da parte di Standard & Poor’s perdendo la tripla A. La decisione è stata accolta con grande disappunto dalla Commissione europea che, tramite il commissario Ue agli Affari economici, Olli Rehn, ha dichiarato di non condividere quanto affermato dall’agenzia di rating, secondo la quale "gli obblighi degli Stati membri verso il budget europeo in uno scenario di stress siano in dubbio".
In sostanza, Standard & Poor's si è focalizzata sul giudizio di lungo termine dell’Unione europea, decidendo quindi di tagliarne il rating che dalla tripla A è passato a una doppia A con segno positivo. Per quel che concerne i rating di breve termine, l’agenzia ha indicato un dato che conferma i precedenti riscontri.
L’outlook invece è rimasto invariato confermando la stabilità. Tali conclusioni, secondo l’agenzia, sono dovuti in maniera principale dall’aumento delle tensioni sui negoziati in materia di bilancio. Secondo Standard & Poor's, infatti i negoziati sul nuovo bilancio hanno messo in risalto dei crescenti rischi sul supporto di alcuni Stati membri all'Unione europea.
L’agenzia ha pertanto dichiarato che il taglio del rating "riflette la nostra convinzione che la credibilità complessivo degli ormai 28 Paesi membri della Ue in materia di credito si sia indebolita, il profilo finanziario deteriorato e la coesione allentata".
In ogni caso, già nel gennaio dello scorso anno l’Unione europea stava rischiando un declassamento del rating, in quanto allora Standard & Poor's aveva rivisto a negativo l'outloook. Da quel momento il rating di molti grandi Paesi membri dell’Unione hanno subìto i rispettivi tagli di rating.
Al momento, infine, solo sei Stati Ue possono vantare il mantenimento del punteggio massimo. Sul punto l’agenzia ha dichiarato che il declassamento subito dall’Unione riflette la media del rating dei Paesi europei il cui punteggio medio è posto ad AA o comunque a un livello inferiore rispetto al nuovo rating attribuito all’Unione europea in generale.
Rating che è stato abbassato anche a Euratom, con un parallelo passaggio ad AA+ dal precedente AAA. Come evidenziato, un fermo disaccordo è stato diffuso dalle alte sfere del governo europeo, che non si riconoscono nel rapporto diffuso dall’agenzia Standard & Poor's.
Il parere della Commissione europea è che il rating dell’Unione "dovrebbe essere basato essenzialmente sui propri meriti".
Nello specifico, questi meriti dovrebbero essere dedotti dal bilancio basato sui Trattati, che non prevede deficit o debito, dei forti ricavi del budget da risorse proprie e dell'obbligo dei Trattati dei 28 Stati membri di rispetto del bilancio Ue.
Tra i governanti dei Paesi membri, il primo ad essersi espresso commentando le esternazione dell’agenzia è stato il capi del governo belga, Elio Di Rupo, che non si considera intimorito dal declassamento, “è solo un’opinione, un'analisi fatta da esperti che prima della crisi bancaria dicevano che tutto andava bene”, ha sottolineato aggiungendo che nel sistema economico dell’Unione "ci sono segnali di miglioramento e penso che si debba continuare sulla strada del rigore di bilancio, associata a una politica di crescita".