Un reddito fermo a quello di 25 anni fa ma le cosiddette spese obbligate passano dal 32,2% al 40,5%. È questa la fotografia scattata dalla Confocommercio attraverso l'occhio del suo studio intitolato "Consumi delle famiglie e spese obbligate".
L’Ufficio Studi di Confcommercio, ha preso come periodo di riferimento il decennio 1992-2012. Un lasso di tempo indicativo perché racchiude tutto il periodo in cui è nata ed è cresciuta la crisi in Italia. Le spese cosiddette obbligate che ogni famiglia deve sostenere sono quelle relative alle abitazioni (dunque gli affitti o le rate dei mutui e le bollette), alle tasse e alle imposte da pagare, alle cure sanitarie.
Secondo la ricerca condotta dall'Ufficio Studi questi consumi inevitabili sono aumentati notevolmente e non solo, è anche scesa la percentuale dei beni commerciali acquistati. Tra il 1992 e il 2012 questa è passata da 51,4% al 39,8%. La somma complessiva a cui ammontano mediamente le spese obbligate per le famiglie è di circa 6500 euro. Nel 1992 era di 2700 euro calcolata in base al cambio lira/euro e rapportata al periodo di riferimento.
Di sicuro il primo posto per i costi che maggiormente gravano sui bilanci familiari ce l'ha la casa. Oltre la metà delle spese obbligate, il 58,5%, è infatti destinato alle abitazioni. La mobilità, intesa come costo del carburante e delle assicurazioni per le auto, è al secondo posto con una percentuale del 24,5%. Al terzo posto, con il 10%, ci sono le spese relative alla stipula di protezioni sociali e dunque finanziare, come ad esempio le polizze vita e solo all'ultimo posto troviamo quelle sanitarie che gravano sul budget familiare per il 7%.
L'altro dato importante emerso dallo studio riguarda il reddito medio pro capite. La cifra si attesta attorno ai 17.300 euro e, incredibilmente, è lo stesso reddito medio che si registrava nelle ricerche condotte nel 1986. In più di venticinque anni, dunque, il reddito delle famiglie del nostro Paese non è aumentato.
Questa è una realtà drammatica che rende assolutamente necessario, come sottolinea lo stesso presidente della Confcommercio Carlo Sangalli, il rilancio della ripresa economica e del mercato del lavoro. Secondo Mariano Bella, il direttore del Ufficio Studi, si tratta di un fotografia “che gioca un ruolo fondamentale sia nel definire il quadro di benessere/difficoltà di cui godono le famiglie sia nel delineare gli scenari di sviluppo della spesa”.