
La Corte di Cassazione recentemente è stata chiamata a pronunciarsi sul principio del consenso informato (Cass., sez. III Civile, Sen. 31.01.2013, n. 2253).
Il caso era quello di una
paziente che aveva intrapreso un’azione giudiziaria nei confronti della
struttura ospedaliera e del chirurgo, chiedendo la condanna degli stessi al
risarcimento del danno patito in seguito ad un intervento chirurgico.
La Suprema Corte, chiamata a decidere in via definitiva la controversia, pur confermando le pronunce precedenti con le quali era stata rigettata la domanda risarcitoria, ha però evidenziato che il diritto al consenso informato del paziente è un diritto irretrattabile della persona e che, al fine di escluderlo, non assume alcuna rilevanza il fatto che l'intervento sia stato effettuato in modo tecnicamente corretto, per la semplice ragione che, a causa della totale carenza di informazione, il paziente non è stato posto in condizione di assentire al trattamento, cosicché si è consumata comunque, nei suoi confronti, una lesione di quella dignità che connota l'esistenza umana nei momenti cruciali della sofferenza fisica e/o psichica.