Quali sono le fasi di produzione dell'acciaio?
In seguito alla produzione della ghisa madre all'interno dell'altoforno,
questa viene trasformata in acciaio; a questo punto si procede con
la produzione dei semilavorati, tra cui billette, blumi e bramme, o dei
prodotti finiti laminati, tra cui lamiere, profilati e rotaie.
1. Che cosa succede in un altoforno?
Sotto forma di pellets o di agglomerati, i minerali sono trasportati
all'interno di un forno in cui vengono riscaldati, con l'insufflazione di aria
calda a 1200 gradi, in modo tale che possano essere trasformati in ghisa fusa.
L'altezza globale di un altoforno, che è realizzato in acciaio e
che presenta un rivestimento interno di mattoni refrattari, può andare da un
minimo di 8 a un massimo di 40 metri, anche se con i tubi di captazione la
struttura nel suo complesso può superare i 100 metri di altezza.
2. Che cosa succede quando la ghisa esce dall'altoforno?
La ghisa, una volta che è uscita dall'altoforno, è contraddistinta da un
contenuto di carbonio ancora piuttosto alto: per questo motivo viene inviata
allo stato liquido ai convertitori, dove viene decarburata. Nel corso del
processo di affinazione che porta dalla ghisa all'acciaio, le
temperature possono superare i 1700 gradi: pertanto non c'è bisogno di fornire
calore in più, dal momento che il processo si auto-alimenta grazie alle
reazioni esotermiche di ossidazione del ferro, del manganese, del carbonio e
soprattutto del silicio.
3. Che cosa sono i convertitori?
I convertitori sono recipienti dalla forma simile a quella di un cilindro, con
un involucro in metallo che presenta un rivestimento in materiale refrattario.
Essi sono adoperati per la trasformazione in acciaio della
ghisa; i convertitori LD, in particolare, sono quelli che vengono utilizzati
più di frequente allo stato attuale, e sono caratterizzati da un'apertura nella
parte superiore grazie alla quale l'ossigeno può essere immesso e legarsi con
il carbonio. Tanto la ghisa quanto l'acciaio sono costituite da
ferro e carbonio: nel momento in cui la concentrazione di carbonio viene
ridotta, si verifica la produzione di acciaio. Se nella ghisa il carbonio può
essere presente fino al 6.67%, nell'acciaio non supera il 2.06%.
4. In che cosa consiste la colata dell'acciaio?
Quando l'acciaio è pronto, viene colato in una siviera che è caratterizzata
da un foro sul fondo, il quale è aperto da un dispositivo a spina; nel momento
in cui la si solleva, essa viene collocata su lingottiere in ghisa per far sì
che il metallo possa essere colato. Il colaggio può avvenire sotto vuoto,
specialmente quando si tratta di produrre lingotti di grandi dimensioni, così
che non si corra il rischio di veder comparire delle occlusioni gassose, ma può
essere anche diretto, se la siviera viene portata sulla lingottiera in modo
tale che il metallo sia fatto colare senza altri strumenti. Una soluzione
alternativa è rappresentata dal colaggio in sorgente, che prevede che l'acciaio venga
scaricato all'interno di una colonna che è connessa a canali sotterranei grazie
a cui il metallo si ritrova sul fondo della lingottiera. In qualsiasi caso,
dopo che l'acciaio è stato colato, le lingottiere sono trasferite
nel reparto in cui avviene lo strippaggio, vale a dire l'estrazione dei
lingotti che si sono solidificati.