Conversione della pena in pena pecuniaria - sanzioni sostitutive: definizione
La conversione della pena in pena pecuniaria è una delle sanzioni sostitutive delle pene detentive brevi previste dal diritto penale del nostro Paese, con riferimento in particolare al capo III della legge numero 689 del 1981. Le sanzioni sostitutive sono, in pratica, sanzioni che possono essere comminate al soggetto colpevole al posto di una pena detentiva, a patto che questa non superi i due anni. Nello specifico, la conversione della pena in pena pecuniaria è possibile unicamente nel caso in cui la pena detentiva sia inferiore ai sei mesi: il rapporto di equivalenza presuppone che a un giorno di detenzione corrispondano 250 euro di multa, secondo quanto previsto dall'articolo 135 del Codice Penale, o di ammenda, a seconda del caso specifico (dipende, cioè, se si è in presenza di un delitto o di una contravvenzione).
Che cos'è la pena pecuniaria?
La pena pecuniaria non è altro che una sanzione penale che impone, a chi se la vede comminare, il pagamento all'erario di una specifica somma di denaro. Sono due le pene pecuniarie previste dal Codice Penale del nostro Paese: le multe sono inflitte a coloro che commettono delitti, mentre le ammende sono inflitte a coloro che commettono contravvenzioni. Come si può intuire, la pena pecuniaria costituisce una soluzione alternativa rispetto alla pena detentiva (ma in alcuni casi può accadere che siano comminate sia l'una che l'altra): essa si differenzia dalla confisca, che riguarda determinati beni e non ha a che fare con il denaro, e dal risarcimento per equivalente, che non viene pagato all'erario ma a chi ha effettivamente subìto il danno. La pena pecuniaria non ha lo scopo di reintegrare il danno subìto da un soggetto, insomma, ma semplicemente di affliggere il trasgressore: è, di conseguenza, da pagare alla pubblica amministrazione.
L'avvocato penalista.