Regime patrimoniale della famiglia: definizione
Il regime patrimoniale della famiglia, noto anche come
regime patrimoniale coniugale, è l'insieme delle norme del Codice Civile
italiano che normano le modalità di distribuzione della ricchezza ottenuta nel
corso del matrimonio tra i coniugi. Si distingue, in sostanza, tra il regime
patrimoniale di comunione legale e il regime coniugale di separazione dei beni.
I rapporti patrimoniali vengono, quindi, disciplinati dalla legge, che
stabilisce dei principi di natura economica in proposito e, al tempo stesso,
equipara la posizione dei coniugi, così che siano salvaguardati non solo i
diritti che derivano dal matrimonio, ma anche i doveri di contribuzione. La
comunione dei beni è il regime patrimoniale legale di base, ma i coniugi hanno
la massima libertà di scelta in proposito, e decidono come regolare i
rispettivi rapporti di carattere economico in modo autonomo, attraverso una
specifica convenzione.
Cosa è cambiato con la riforma del diritto di famiglia?
Per conoscere nel dettaglio le caratteristiche del regime patrimoniale della
famiglia è opportuno precisare che lo scenario nel nostro Paese è stato
rivoluzionato dalla riforma del diritto di famiglia avviata
nel 1975. Con questa riforma, è stato previsto per tutti e due i coniugi
l'obbligo di contribuire alle necessità della famiglia: ecco perché si è
ricorsi alla comunione dei beni, un regime dei rapporti che ha lo scopo di
favorire la condivisione degli incrementi di ricchezza ottenuti da entrambi i
coniugi. Viene attuato, pertanto, il principio di solidarietà economica tra
marito e moglie. In assenza di altre convenzioni matrimoniali, come per esempio
la separazione dei beni, per qualsiasi rapporto coniugale viene applicata la
comunione dei beni.
Un avvocato esperto in diritto di famiglia.
1. Quali sono le alternative alla comunione dei beni per la gestione del regime patrimoniale della famiglia?
Se i coniugi ritengono che la comunione dei beni non sia in
grado di assecondare le loro necessità e di andare incontro alle loro
richieste, hanno la facoltà di optare per delle forme alternative con le quali
regolare i propri rapporti: si tratta della separazione dei beni, della
comunione convenzionale e del fondo patrimoniale. Ciò non toglie che non si
possa mai venir meno al principio di parità delle quote.
2. Cosa prevede la separazione dei beni?
Nel caso in cui si ricorra alla separazione dei beni, ogni
coniuge mantiene l'amministrazione e il godimento dei beni di cui è esclusivo
titolare, inclusi i beni che sono stati acquistati dopo le nozze e tutti i
risparmi ottenuti in seguito. La separazione dei beni viene stipulata con un
atto pubblico: vi si può ricorrere in qualunque momento, così come accade per
qualsiasi altra convenzione matrimoniale. In alternativa, si può decidere di
inserire una dichiarazione in proposito all'interno dell'atto di celebrazione
del matrimonio. Va precisato che l'adozione della separazione dei beni non
solleva i coniugi dall'obbligo e dalla responsabilità di contribuire alle
esigenze della famiglia.
3. In cosa consiste la comunione convenzionale?
Attraverso la comunione convenzionale, vengono applicate
delle deroghe particolari alla comunione legale: per esempio, i coniugi possono
decidere di far entrare nella comunione dei beni anche degli oggetti che sono
stati comprati prima delle nozze.
4. Quali sono le caratteristiche del fondo patrimoniale?
I coniugi che scelgono di ricorrere al fondo patrimoniale
destinano dei beni immobili, dei titoli di credito o dei mobili registrati alle
esigenze della famiglia, dando vita - in questo modo - a un vincolo di
destinazione.