Recupero crediti controversie internazionali: definizione
Per il recupero crediti nell'ambito delle controversie internazionali è necessario fare riferimento al Regolamento CE n. 44 del 22 dicembre del 2001 che riguarda la competenza giurisdizionale e l'esecuzione delle decisioni in tema civile e commerciale, che ha sostituito la Convenzione di Bruxelles del 1968. Sulla base di queste norme, un operatore italiano che vende merci a un operatore che risieda in uno dei Paesi della Ue può risolvere le possibili dispute facendo riferimento a un giudice italiano, convenendo in Italia in presenza di una controversia e sollecitando che la sentenza emessa venga eseguita nel Paese in cui risiede la controparte. Se, però, si ha a che fare con una controparte situata in un Paese extra Ue, è necessario ricordare che non esistono quasi mai delle convenzioni internazionali che leghino tali Stati con il nostro dal punto di vista del riconoscimento reciproco delle sentenze e della loro esecuzione. Ecco perché, nel caso di un recupero crediti, se anche si ottiene in Italia una sentenza che porta alla condanna di un debitore, laddove questo risieda in un Paese extra Ue con cui non sono previste convenzioni bilaterali è molto alta la probabilità che la sentenza non venga riconosciuta e messa in atto.
Che cosa succede se i beni di un debitore extra Ue sono aggredibili in Italia?
Il recupero crediti nelle controversie internazionali diventa più semplice se si è alle prese con debitori che risiedono in uno Stato extra Ue ma che hanno crediti o beni che possono essere aggrediti in un Paese dell'Unione Europea o addirittura in Italia. In una circostanza del genere, infatti, si possono sfruttare le sentenze di condanna italiane per aggredire i crediti in questione. Ecco perché è consigliabile avviare un'azione giudiziaria nel nostro Paese nei confronti di un debitore extra Ue solo se si verificano le condizioni indicate.
Un avvocato esperto in diritto internazionale.