
Governo e sindacato hanno trovato un accordo sulle pensioni in anticipo a 63 anni e Ape estesa a tutte le categorie.
Oggi, 12 settembre 2016, i sindacati e il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Tommaso Nannicini si sono incontrati al Ministero del lavoro e hanno delineato nuovi parametri per il sistema pensionistico.
La maggiore novità riguarda i lavoratori di ogni categoria – inclusi partite Iva e statali – i nati tra il 1951 e il 1953 che, a 63 anni compiuti, hanno la possibilità di andare in pensione ricorrendo all’Ape – Anticipo pensionistico – finora solo ipotizzato. Chi presenterà la richiesta di pensionamento a 63 anni, con un anticipo di 3 anni e 7 mesi, dovrà in parte pagarla con un prestito previdenziale: dal 4-5% al 15% per venti anni.
Il prestito previdenziale non spetterà ai pensionati che percepiscono fino a 1.200€, a chi non ha un lavoro né ammortizzatori sociali e a chi presenta in famiglia una persona con handicap.
La riforma della pensione 2016-2017 prevede dei vantaggi anche per chi ha cominciato a lavorare molto presto, per chi ha svolto lavori usuranti – tra i quali rientreranno anche quelli edili, l’educazione nella scuola dell’infanzia e gli infermieri – e per chi chiede il ricongiungimento dei contributi. Per questi ultimi, infatti, il ricongiungimento potrebbe essere gratuito a differenza di quanto è stato finora.