
La riforma della PA introduce numerose novità per i dirigenti.
Il decreto legge attuativo sulla riforma della Pubblica Amministrazione firmato dal ministro per la semplificazione e la pubblica amministrazione Maria Anna Madia e approvato in via preliminare dal Governo presenta numerose novità per le cariche detenute dai dirigenti pubblici. In breve, le novità.
Si è introdotto un unico ruolo dirigenziale, il che significa che ogni dirigente – a eccezione di presidi e medici – potrà ricoprire il ruolo di dirigente statale, regionale o locale.
Al ruolo di dirigente si accederà tramite un corso-concorso la cui graduatoria presenterà solo i vincitori e non gli idonei.
La Scuola Nazionale dell’Amministrazione (SNA) diventerà Agenzia e formerà in modo omogeneo i dirigenti, a eccezione dei dirigenti di vertice, e alla formazione seguirà un periodo di prova di 3 anni prima della conferma del ruolo.
L’incarico durerà 4 anni prorogabili di 2, così da garantire la rotazione dirigenziale, e il 30% dello stipendio sarà legato al risultato in modo da favorire un sistema competitivo e premiare i più meritevoli.
I dirigenti privi di incarico sono obbligati a partecipare ad almeno 5 selezioni all’anno, pena la retrocessione a funzionario e il licenziamento se questa posizione viene rifiutata.