
Le oltre 63.000 istanze lombarde di voluntary disclosure che sono giunte negli uffici dell’Agenzia delle Entrate impegneranno a tal punto gli ispettori del fisco che l’Agenzia ha deciso di ridurre fino al 90% i controlli ordinari su pmi, partita Iva, persone fisiche ed enti non commerciali. Una contrazione che si è resa necessaria di fronte alla grande mole di richieste di rientro volontario dei capitali che sono pervenute dalla Lombardia. E se il governo dovesse decidere – come sembra sempre più certo – di estendere il provvedimento anche nei mesi futuri, il congelamento delle procedure ispettive potrebbe diventare ancora più lungo.
Le verifiche ridotte riguarderanno solo i contribuenti di minore entità, mentre le attività relative ai soggetti più significativi dal punto di vista dimensionale – cioè aziende con giro d’affari superiore ai 100 milioni di euro) rimarranno immutante. “Da un confronto tra i dati di budget del 2015 e del 2016 – si legge in una nota emessa dall’Agenzia delle Entrate della Lombardia – emerge una impressionante differenza in negativo di accertamenti e verifiche programmate, con tagli che arrivano a differenziali del 90%. Il che comporterà inevitabili conseguenze sia in termini di ordinaria lotta all’evasione, sia in termini retributivi per le lavoratrici e i lavoratori”.