
Via libera del Senato, il 20 maggio scorso, alla norma relativa al Soa che consente di avere la sede legale anche all’estero. In questo modo Palazzo Madama ha messo in regola l’Italia rispetto alla normativa Ue. A prevederlo, l’articolo 6 della legge di delegazione europea per il 2015 che è stata approvata in prima lettura. L’Italia, in questo modo, dovrebbe mettersi al riparo dalla procedura d’infrazione 2013/4212 che era stata aperta dall’Ue contro il nostro paese.
Alla base della nuova norma, il ricorso al Tar presentato da Rina services contro il dpr 207/2010 che imponeva la presenza di una sede legale in Italia per le Società Organismo di Attestazione. In base al ricorso al Tar, il giudice europeo aveva sancito – il 16 giugno del 2015 – che l’obbligo di sede legale sul territorio di uno stato membro contrasta con i principi del Trattato sul funzionamento dell’Unione europea relativi alla libertà di stabilimento e alla libera prestazione di servizi. Con l’approvazione della legge di delegazione europea, il dpr 207/2010 viene sostanzialmente abrogato, anche se la norma sull’obbligatorietà della sede legale in Italia è ancora applicabile a causa dell’articolo 216 del nuovo Codice appalti. Per vedere la definitiva eliminazione della norma servirà quindi che vengano emanate le nuove linee guida Anac in materia di revisione della disciplina Soa.