
Lo scorso 28 aprile è stato presentato il rapporto dell’autorità di informazione finanziaria della Santa Sede (Aif) relativamente al 2015. Ebbene, si è passati da 147 segnalazioni di attività sospette nel 2014 alle 544 dello scorso anno. Secondo Tommaso Di Ruzza, direttore dell’Autorità, il motivo va ricercato principalmente nell’ultimazione “della revisione e chiusura di rapporti non più rispondenti al quadro normativo vaticano vigente e alle politiche sull’utenza adottate dagli enti vigilati, nonché dal monitoraggio degli utenti che hanno aderito a programmi di collaborazione volontaria in materia fiscale avviati da stati esteri”.
Nel documento si legge anche che sono stati chiusi 4.935 conti presso lo Ior. Le 147 procedure di segnalazione hanno dato vita a 108 scambi di informazione, più del doppio del 2014 e quasi 10 volte quanto accaduto nel 2013. Questi provvedimenti hanno portato alla sospensione di transazioni o operazioni per 8,62 milioni di euro e 1,71 milioni di dollari, oltre a blocchi preventivi per altri 7 milioni di euro e 650.000 dollari. Infine, l’Aif ha reso noto che la Santa Sede ha aderito al programma Fatca (Foreign account tax compliance act), su cui sarà la stessa Agenzia a vigilare.